Caro Salvagente, l’11 marzo 2019 sono passato da Fastweb a Telecom, è arrivato un tecnico a casa mia ed ha provveduto ad attivarmi la linea con router telecom. Ho ricevuto ad aprile la prima fattura Tim che includeva anche i giorni di marzo, oltre alle fatture di aprile 2019, maggio 2019 e giugno 2019, quindi sembrava tutto ok.
Purtroppo ho scoperto che dall’11 marzo 2019 Fastweb ha continuato ad emettere fatture (che sono in addebito automatico sul conto corrente) ed in seguito alle mie proteste, mi ha risposto che solo dal 9 luglio i miei rapporti con Fastweb sono stati chiusi (dopo 4 mesi), dato che “era compito di Tim comunicare la migrazione”. È verosimile questo o è solo una trovata per aumentare i ricavi? Praticamente da marzo 2019 ad oggi è come se fossi stato cliente di due compagnie telefoniche…
Stefano Donini
Caro Stefano, vediamo di capire, assieme a Valentina Masciari, responsabile utenze dell’associazione Konsumer Italia, chi ha esagerato nell’italianissimo fiogo dello scaricabarile in cui – neppure a dirlo – il barile è il cliente.
Nel momento in cui il numero del signor Donini, viene acquisito da Tim che di conseguenza inizia a fatturare i costi per quella linea, cessa ogni rapporto con il precedente fornitore: una stessa linea non può essere contestualmente fatturata da due operatori diversi.
Il precedente operatore, cioè Fastweb, deve fatturare fino alla data di migrazione di quella linea in Tim; emettere quindi una fattura di chiusura, anche successiva alla data di passaggio al nuovo fornitore, in cui addebita i costi fino alla data di portabilità , quindi in tal caso, fino alla data dell’11 marzo, e gli eventuali costi di cessazione.
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Tutte le fatture che ricomprendono i periodi fino a marzo, vanno pagate, quelle che tariffano periodi successivi, vanno formalmente contestate.
D’altra parte Fastweb ha ammesso che il lettore non è più suo cliente da fine febbraio, quindi ammette, indirettamente, che qualcosa non è corretto nella fatturazione e d’altra parte se la linea è passata in Tim, il tutto avviene in base a regole ben precise e accordi bilaterali tra tutti gli operatori coinvolti. Non si capisce, dunque, quale altra comunicazione avrebbe voluto Fastweb.