Bollette a 28 giorni, ancora un rinvio per i risarcimenti: la beffa continua (e cresce la rabbia)

TISCALI

Ancora una beffa per i consumatori sul fronte bollette a 28 giorni. Il Consiglio di Stato ha rinviato a fine mese la decisione sui rimborsi dovuti ai milioni di italiani che si sono sentiti raggirati dalle maggiori compagnie telefoniche per quasi un anno, dal giugno 2017 alla primavera del 2018. La sentenza, che in tanti aspettavano da mesi, è stata rinviata a fine maggio. 

La questione non riguarda la correttezza dei rimborsi, ma le modalità con cui erogarli. Il Consiglio di Stato aveva congelato i rimborsi, confermati dal Tar del Lazio, in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza del Tribunale amministrativo. Motivazioni che non sono mai arrivate (almeno quelle relative a Tim), ed è questa la ragione del rinvio. Eppure sul tipo di modalità di ristoro per i clienti vittima della tariffazione a 28 giorni, l’Agcom è stata chiara (con tanto di ok da parte del Tar Lazio): i giorni erosi (i media 20-22) devono essere restituiti sotto forma di sconti in bolletta o – ma solo su libera scelta del consumatore – sotto forma di servizi o agevolazioni compensative. la restituzione del maltolto sarebbe dovuta avvenire nella prima bolletta del 2019, ma sotto Natale era arrivata la doccia fredda del Consiglio di Stato. E ora i consumatori dovranno attendere ancora.

Ci si chiede come Tim, Wind 3, Vodafone e Fastweb, che lamentano una crisi del settore a causa della concorrenza troppo al ribasso sulle tariffe, pensino di instaurare un rapporto di fiducia duraturo con i clienti, se continuano a ricorrere alla via giudiziaria per allontanare l’amaro calice del giusto risarcimento per la vergognosa pagina delle bollette a 28 giorni.