Thuy` Linh è una ragazza vietnamita di 21 anni, Per una malformazione genetica dovuta all’esposizione della popolazione all’esfoliante Agent Orange è nata senza braccia. Ha finito il liceo 2 anni fa. Ha fatto domanda in molte università per studiare ma la maggior parte di loro non l’ha accettata a causa delle sue braccia mancanti. Dopo un corso di design, sta cercando un lavoro adatto. Quella di Thuy`Linh è solo una delle storie raccontante dalla mostra fotografica Monsanto di Mathieu Assalin, visibile dall’’8 giugno nell’ambito di Fotoleggendo, Festival della fotografia di Roma. “Monsanto” di cui anticipiamo tre scatti qui, è un’inchiesta fotografica nel mondo della più famosa azienda produttrice di pesticidi e Ogm. Lo stesso Assalin scrive: “Dozzine di siti Superfund della Monsanto (ampi siti contaminati ad alta criticità , secondo l’agenzia statunitense Environmental Pro- tection) negli Stati Uniti stanno colpendo centinaia di comunità e il loro territorio con terribili conseguenze sanitarie ed ecologiche. Monsanto ha forti legami con il governo degli Stati Uniti e in particolare con la FDA (United States Food and Drugs Administration)”. Nel frattempo, forse proprio per la cattiva fama in giro per il mondo legata al brand, dopo la fusione con la Bayer, altro gigante del biotech, è stato deciso che il nome stesso della Monsanto verrà cancellato dai prodotti. Ma la mostra fotografica di Fotoleggendo dimostra che gli effetti vanno ben al di là dei marchi aziendali.
Il Festival Fotoleggendo
Il Festival Fotoleggendo, dall’8 al 10 giugno (ingresso gratuito), come sottolinea il direttore artistico Emilio D’Itri, ancora più ricco nella collaudata formula che coinvolge spazi outdoor – strade, piazze – e spazi indoor – gallerie specializzate, l’IIS Cine-TV Roberto Rossellini, con gli spazi dell’Istituto Superiore Antincendio, il coworking Cowall  – a cavallo tra i quartieri Ostiense, Garbatella e Trastevere. Si potrà viaggiare così dal Giappone traumatizzato dal terremoto con Mayumi Suzuki alla Losanna del traffico di droga di Mathieu Gaffsou, entrare nelle Case Parcheggio di Taranto con Andrea Petrosino ed esplorare le grandi metropoli contemporanee con il Buzz Project di Alessandro Cosmelli e Gaia Light, risalire con lo sguardo di Stefano De Luigi e Michela Battaglia alle cause dell’attentato al Bataclan o immergersi nella condizione di chi è rifugiato insieme a Giovanni Pulice, e riflettere sull’espansione globale dell’obesità , ormai diventata Globesity, con Silvia Landi, ritrovare le note delle band indie grazie ai ritratti di Giulia Rizzauto e scoprire la piaga del lavoro minorile dietro gli abiti made in Turchia con la coraggiosa inchiesta di Valerio Muscella.  Organizzata da Officine Fotografiche, Fotoleggendo da anche spazio ai giovani allievi della sua scuola di fotografia in un suggestivo allestimento sul ponte della metro B-Garbatella realizzato in collaborazione con Atac, e chiude con una retrospettiva dedicata all’importante fotografa ungherese, ma americana di adozione, Silvia Plachy, che inaugura il 22 giugno al Museo di Roma in Trastevere.
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