6 mila euro per un assegno sbagliato, migliaia di italiani vittime di una legge mostruosa

La punta di un iceberg di cui è difficile al momento dare numeri precisi. Quello che è chiaro, dopo la pubblicazione della testimonianza di una nostra lettrice che si è vista arrivare 6mila euro di multa per riciclaggio, per aver sbadatamente pagato l’anticipo dell’auto con un assegno senza aggiungere la dicitura non trasferibile, è che di casi come questi ce ne sono migliaia.

Tutta gente che si è vista arrivare, da gennaio, un’identica mazzata, una sanzione da lasciare senza fiato. E non sa a che santo votarsi. Molti si stanno organizzando su facebook, attraverso un gruppo che raccoglie i casi e li mette in contatto, ma si parla di qualcosa come 10mila persone (difficile ottenere una conferma).

Un matrimonio costoso

Uno di questi malcapitati è Davide Becchetti che ci ha contattato e ci racconta il suo caso “tanto semplice quanto banale. Il giorno prima del mio matrimonio mia madre ha un incidente che le impedirà di partecipare alla cerimonia. Doveva pagare il pranzo delle nozze e, ovviamente, il giorno dopo lo saldo io. Rispolvero il vecchio libretto degli assegni che non utilizzo da tempo e, ahimé, l’ultima delle mie preoccupazioni è mettere la dicitura ‘”non trasferibile’ ai 5mila euro dell’assegno“.

Il nostro lettore dopo le nozze parte per il viaggio di nozze. Va negli Stati Uniti e proprio lì riceve un sms dalla sua banca. “La mia banca mi comunica che è partita la segnalazione per la mancata dicitura e mi spiega che pagherò un’oblazione”. Un particolare a questo punto della storia è importante: la banca è la Cassa di Risparmio Ravenna, il cui presidente Antonio Patuelli, è anche presidente dell’Associazione bancaria italiana.

Prosegue Davide: “Mi spiegano che è circa il 2%. Faccio due calcoli, 100 euro. Mi metto l’anima in pace, facendo finta di aver ricevuto una multa per divieto di sosta. D’altronde sono in viaggio di nozze, perché rovinarmi il fegato?”.

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Il conto dopo il viaggio di nozze

Il fegato ringrazia, ma solo per pochi giorni. A gennaio arriva la cartella e qui il lettore scopre che l’oblazione è di 6mila euro. ” Anche la banca cade dalle nuvole e mi spiega che erano rimasti alla legge precedente, che ora è cambiata e non prevede più il 2% di sanzione”.

Davide ovviamente non ci sta e scopre che ci si può opporre all’oblazione chiedendo audizione alla sede del ministero dell’Economia e finanze competente. Non esita un attimo. E proprio ieri mattina ci va.

“Ci sono andato molto presto ma subito si è creata la fila di persone che erano nelle stesse condizioni. Provo a chiedere quanto è la sanzione per chi non paga l’oblazione, ma la risposta è sconcertante: non lo sanno, mancano indicazioni. L’unica cosa che mi sanno dire è che hanno tempo 2 anni per quantificarla e mandare l’ingiunzione. Ma come posso decidere di pagare l’oblazione o di non farlo se non so quanto è la sanzione?”

Una legge fatta male

Legittimo. Così come è assolutamente condivisibile l’osservazione di Davide sulla confusione di una norma che se avesse voluto davvero evitare il riciclaggio e non fare cassa aveva un metodo semplice: “mettere fuori corso i vecchi libretti degli assegni”.

Come dargli torto? Soprattutto perché a rimanere col cerino in mano è solo chi ha peccato di dimenticanza o di cattiva informazione. Comprensibile. Se neppure la banca del presidente Abi, infatti, sapeva delle nuove norme, come dare la croce addosso al nostro Davide?

Gli chiediamo come si sta muovendo la rete che si sta organizzando su facebook, in assenza di qualunque risposta della politica. La legge, palesemente ingiusta, infatti, può essere modificata solo da una nuova legge e per diversi mesi è difficile ipotizzare che un governo nuovo ci metta le mani, anche se volesse… “Da quello che so tutti stiamo rifiutando di pagare l’oblazione, seppure senza sapere con quali conseguenze. Non ci rassegniamo a essere rei di riciclaggio e mazziati da una legge del genere”.