Più peperoncino, meno sale: la ricerca statunitense che esalta il piccante

Meno sale. È l’imperativo che tutte le autorità sanitarie del mondo ripetono da anni. Un’esortazione che vale per i produttori di alimenti, ma che interessa anche noi consumatori, durante la preparazione dei piatti casalinghi. Sempre che si desideri evitare l’alta pressione sanguigna, il diabete e le malattie renali.

In aiuto può venire un nuovo studio pubblicato su American Heart Association of Hypertension che suggerisce di aggiungere peperoncino per diminuire l’assunzione di sodio mantenendo il sapore del cibo.

A uscire promosso a pieni voti, per esempio, il peperoncino. La capsaicina, la sostanza chimica che ne determina la piccantezza, può anche rendere un alimento più salato perché aumenta la percezione della sapidità.

I ricercatori hanno studiato 606 adulti cinesi e hanno collegato le loro preferenze per i sapori salati e piccanti alla loro pressione sanguigna. Coloro che preferivano cibi piccanti consumavano meno sale e avevano una pressione arteriosa inferiore.
Hanno anche scoperto che la parte del cervello che è stimolata dal sale – l’insula e la corteccia orbitofrontale – è stimolata anche dalle spezie.

 

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