“L’intolleranza non è un lusso, abbassate l’Iva dal 22 al 4% sul latte vegetale”. È questo il titolo della petizione online lanciata dal Salvagente sulla piattaforma Change.org, a sostegno delle bevande vegetali alternative al latte di derivazione animale. “Anche gli italiani affetti da allergie al latte meritano un sostegno per acquistare bevande vegetali alternative ai derivati animali – dice il testo della petizione indirizzata al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni – Ma mentre il latte vaccino viene venduto con l’Iva agevolata al 4%, sui “latti” a base di soia, mandorle, avena, riso e simili, grava un’imposta sul valore aggiunto del 22%, alla stregua di Ferrai, Dom Pérignon, un collier di Bulgari o una maxi tv a schermo curvo”.
Glutine sì, latte no. Perché?
Malattie genetiche come la galattosemia e forme acute di allergie alle proteine del latte, che causano seri disturbi, anche nella primissima infanzia, come vomito, nausea, diarrea fino allo choc anafilattico, non vengono considerate nel nostro paese con la stessa attenzione di altre patologie come la celiachia, per la quale lo Stato prevede un contributo mensile a sostegno degli acquisti per le persone che ne soffrono. Secondo l’European Academy of Allergy and Clinical Immunology (EAACI), almeno il 25% dei bambini in età scolare nel Vecchio Continente soffre di un’allergia; quelle di origine alimentare son comprese tra il 4% e il 7%. Secondo la Federazione degli ordini dei medici in Italia gli allergici sono ancora di più: ne soffrono il 4,5% degli adulti e il 10% dei bambini. Al contrario degli intolleranti al lattosio che possono contare sul latte specifico che gode dell’Iva al 4%, gli allergici alle proteine del latte (caseina, β-lattoglobulina, α-lattoalbumina, sieroalbumica, ecc.) non hanno alternative se non le bevande vegetali.
Negli altri Paesi l’Iva è molto più bassa
In altri paesi europei l’Iva per i “latti” vegetali è decisamente inferiore: 10% in Spagna, 5,5% in Francia e addirittura detassata in Gran Bretagna, solo per citarne alcuni. In Italia dunque, come afferma Assobio, membro di Federbio, “l’erario lucra il 18% sulla salute degli allergici al latte”. La petizione chiude con l’appello al capo del Governo: “Chiediamo al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni di stabilire un principio di giustizia e di equità, abbassando l’Iva sui sostituti vegetali del latte al 4%, come il pane, i formaggi, la frutta, gli ortaggi, l’olio e gran parte degli alimenti di base. Perché l’intolleranza non è un lusso e non esistono allergie di serie B!”. Per sostenere la petizione basta cliccare qui.
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