Sei anni di lavoro e più di 200mila campioni analizzati.
È quanto è servito all’Anses, l’Agenzia francese per la sicurezza alimentare, per realizzare il primo studio della dieta totale (EAT) interamente dedicato ai bambini sotto i 3 anni. L’obiettivo era valutare le esposizioni chimiche di una parte della popolazione europea molto sensibile dato che il possibile impatto di determinate sostanze è potenziato tanto dall’immaturità dell’organismo che dal rapporto sfavorevole tra contaminante e peso corporeo.
Per realizzare lo studio sono stati acquistati su vari punti vendita (di grandi e piccole dimensioni) alimenti regolarmente consumati. Il progetto ha valutato un rischio tollerabile o accettabile per il 90% delle sostanze rintracciate.
Resta però il 10% di analisi che hanno mostrato pericoli che non possono essere esclusi o che vengono definiti non accettabili. Alcuni punti, insomma, meritano particolare vigilanza, visto che le valutazioni del rischio hanno permesso di individuare le sostanze per le quali i livelli di esposizione di un numero significativo di bambini supera i valori tossicologici di riferimento.
In particolare sono state individuate 9 sostanze o famiglie di sostanze (arsenico inorganico, piombo, nichel, PCDD / F, PCB, micotossine T- 2 e HT-2, acrilammide, DON e furano), per le quali la situazione è stata considerata preoccupante. Vediamole assieme alle raccomandazioni dell’agenzia francese.
Arsenico
Per l’arsenico inorganico le fonti di assunzione sono costituite principalmente da riso e cereali (principalmente di riso).
Il regolamento (UE) n 2015/1006, in vigore dal 1° gennaio 2016, definisce i tenori massimi di arsenico inorganico in riso e alimenti a base di riso.
Raccomandazioni È necessario tenere sotto controllo questi alimenti a base di riso, assieme a omogeneizzati di verdure e pesce. Parallelamente andrebbero valutati i rischi per la salute costituiti dalle quantità di arsenico nell’acqua destinata al consumo umano. L’agenzia suggerisce di studiare l’opportunità di abbassare i limiti di arsenico per l’acqua minerale.
Piombo
Verdura e acqua appaiono come fonti maggiori dell’esposizione. Dal 2013 i regolamenti comunitari hanno abbassato il limite nelle acque destinate al consumo umano, ma l’impatto di tali norme non è stato valutato in questo studio, perché i campioni di acqua analizzati sono stati raccolti prima del 2013. Per quanto riguarda le verdure, i livelli di piombo sembrano difficili da contenere data la quantità presente ovunque di questo minerale.
Raccomandazioni : variare la dieta dei bambini
Nichel
I prodotti a base di cioccolato sembrano essere i maggiori imputati dell’apporto di nickel per i bambini sopra l’anno d’età .
Raccomandazioni Gli sforzi per ridurre il contenuto di nichel dovrebbero concentrarsi su questi prodotti. Inoltre, data l’esistenza di una popolazione sensibilizzata al nichel, andrebbe realizzato uno studio per caratterizzare l’esposizione acuta in modo da valutare la rischio in questi individui.
PCDD/F
Le concentrazioni di queste diossine sono molto basse, tuttavia si dovrebbe limitare ancora di più l’esposizione dei bambini sotto i 3 anni, che le assumono tramite latte e pesce.
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PCB
Anche per questi precursori delle diossine i livelli sono molto bassi e concentrati in particolar modo nei pesci.
Raccomandazioni Per consentire una copertura ottimale del fabbisogno di nutrienti limitando il rischio di esposizione a contaminanti chimici, l’Agenzia consiglia di consumare due porzioni di pesce alla settimana ad alto contenuto di acido docosaesaenoico (DHA) e acido eicosapentaenoico (EPA) (salmone, sardine, sgombro, aringa, trota affumicata). ANSES ricorda anche la necessità di variare la specie di pesci e di origine (selvaggi, allevamento, pesca, ecc …)
Micotossine T – 2 e HT – 2 e acrilamide
La Commissione europea raccomanda il monitoraggio per rilevarne la presenza nei principali cibi e, in caso di superamento dei valori indicativi, di effettuare ricerche per capire meglio l’origine della contaminazione.
Raccomandazioni È necessario continuare a limitare i livelli di contaminazione. L’acrilamide in omogeneizzati a base di vegetali, con o senza carne, patate e per contenere la presenza di micotossine T – 2 e HT – 2 in alimenti per lattanti.
DON
A fornire questa micotossina nell’alimentazione dei bambini sono bevande al latte a base di cereali, omogeneizzati di frutta e a base di verdure, con o senza carne, biscotti salati, dolci, pasta e pane.
Raccomandazioni Anche in questo caso è richiesto all’industria un maggiore sforzo per contenerne i livelli.
Furano
Si trova negli alimenti confezionati.
Raccomandazioni Come è stato fatto per limitare l’esposizione della popolazione all’acrilamide (una linea di azione per il controllo dei processi produttivi) si raccomanda di cercare di ridurre i livelli di prodotti industriali, ottimizzando i processi produttivi,
Metalli pesanti
Si tratta di 7 sostanze, per le quali si sono verificati superamenti, ma per un molto piccola percentuale della popolazione. Tra queste alluminio, cobalto, stronzio, metilmercurio, selenio, cadmio e genisteina in consumatori di soia.
Raccomandazioni Per l’alluminio, è indispensabile il controllo delle fonti di inquinamento, la ricerca legati delle origini delle contamninazioni e il loro controllo attraverso la regolamentazione. Ai consumatori si raccomanda di limitare l’esposizione variando le verdure consumate.
Per lo stronzio l’Anses ricorda che le acque fortemente mineralizzate dovrebbero essere consumate dai bambini solo su consiglio medico e per un periodo di tempo limitato.
Nel caso del selenio il limite di sicurezza è associato a un elevato consumo di pesce. Vale la pena ricordare le raccomandazioni stabilite per i bambini sotto i 3 anni di consumare non più di due porzioni di pesce a settimana.
Per il metilmercurio il rischio è legato a un elevato consumo di pesci predatori selvatici (rana pescatrice o coda di rospo, halibut, lucci, orate, sciabola e tonno…),
Genisteina
Per questo isoflavone non può essere escluso il rischio per i bambini che consumano prodotti a base di soia.
Raccomandazioni Occorre limitare il consumo di prodotti di soia per i bambini sotto i 3 anni. L’Agenzia, poi, fa notare, inoltre, che la soia non copre i fabbisogni nutrizionali dei bambini.