Ecco come il “federalismo” dei ticket penalizza i celiaci

Uno dei problemi principali che incontra una persona affetta da celiachia ha a che fare con l’impossibilità di spendere il tickets per l’acquisto degli alimenti fuori dalla regione in cui ha la residenza. Una questione non da poco che è arrivata in Parlamento grazie a due deputati del MoVimento 5 Stelle che hanno presentato un’interrogazione parlamentare per superare gli ostacoli dell’utilizzo dei buoni al di fuori della regione di residenza.

Senza accordo, vietato l’acquisto

Attualmente, l’utilizzo dei buoni concessi per l’acquisto di prodotti alimentari fuori regione, però, è subordinato all’esistenza di accordi bilaterali tra le regioni interessate per poter ottenere i rimborsi, condizione che crea notevoli disagi ai soggetti interessati e alle loro famiglie. Spiega Michele Calabrese, Presidente regionale dell’Aic Puglia che ha sollecitato l’interrogazione: “La legge n. 123 riconosce la celiachia una malattia sociale ma ancora esistono ostacoli nella vita di ogni giorno. Se un celiaco si sposta per motivi di studio, lavoro o per vacanza in altre regioni, deve portare con sé tutti i prodotti senza glutine di cui ha bisogno, visto che non può spendere i buoni in una regione diversa da quella di residenza”.

La Lorenzin affronti la questione

“L’obiettivo – dichiarano i due parlamentari 5 Stelle Giuseppe L’Abbate e Silvia Giordano – è quello di rendere la quotidianità dei soggetti affetti da celiachia migliore, superando queste barriere burocratiche regionali. Al ministro Lorenzin chiediamo di intraprendere iniziative per garantire ai celiaci il diritto di acquistare prodotti aglutinati su tutto il territorio nazionale, indipendentemente dalla provincia o regione di residenza del paziente, nell’ambito del tetto di spesa mensile stabilito dal servizio sanitario nazionale. Inoltre – continuano L’Abbate e Giordano (M5S) – chiediamo cosa intenda fare per consentire l’erogazione di prodotti aglutinati mediante il buono mensile anche attraverso i canali della grande distribuzione organizzata, anche introducendo la possibilità di lettura del tetto di spesa tramite la tessera del servizio sanitario europeo”.