Farmaci e ticket: una giungla che cambia da regione a regione (ecco dove non si pagano)

FARMACI RICETTA

Sono 9 le regioni dove i cittadini non pagano il ticket sulle ricette dei farmaci. E nelle altre i costi sono tutti diversi

Nel nostro Paese, lo sappiamo da tempo, la sanità cambia da regione a regione, ma quello che stupisce è che ci sono grandi differenze anche sui ticket che i cittadini pagano sulle ricette dei medicinali. Sono ben 9 le regioni dove i cittadini non pagano nulla. Si tratta di Piemonte, Toscana, Umbria, Marche, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Basilicata ed Emilia Romagna, più la Pa Trento. Dal 2 maggio in Emilia Romagna è stato introdotto un ticket di 2,20 euro a confezione di medicinale, fino a un massimo di 4 euro per ricetta. In base quindi al luogo di residenza, un farmaco può costare di più o di meno e non perché il prezzo sia diverso alla fonte, ma perché c’è un ticket più o meno elevato. Una giungla di disuguaglianze che non accenna a diminuire, come emerge dai dati del monitoraggio della spesa farmaceutica 2024 dell’Agenzia italiana del farmaco e della spesa sanitaria della ragioneria di Stato.

Regione che vai, ticket che trovi (o non trovi)

In altre 5 regioni (Valle d’Aosta, Lombardia, Pa Bolzano, Veneto e Liguria) le cifre sono più o meno simili. Un non esente deve pagare 2 euro a confezione (massimo 4 euro a ricetta). E anche gli esenti devono pagare: in media 1 euro a confezione ma in Lombardia si può arrivare anche fino a 6 euro a ricetta. Lo stesso, seppur con cifre diverse, accade in quasi tutte le regioni che impongono una compartecipazione tanto che ormai il termine “esente” appare del tutto inappropriato. Simile a queste regioni il sistema della Calabria che fa pagare 2 euro a confezione fino ad un massimo di 4 euro a ricetta a cui però viene aggiunto 1 euro a ricetta.
Nelle altre 6 regioni (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e Sicilia) vige invece un sistema a scaglioni. Per esempio la regione Lazio definisce una lista di farmaci su cui non si paga il ticket mentre per i medicinali non presenti nella lista si pagano 2,5 euro a confezione se il prezzo del farmaco è inferiore a 5 euro e 4 euro se il prezzo del farmaco supera tale soglia. In Campania invece si pagano 2 euro a ricetta per i farmaci in lista di trasparenza mentre per quelli fuori lista 1,5 euro a confezione (con un massimo di 3 euro a ricetta) più 2 euro fissi a ricetta.

Gli italiani preferiscono i farmaci di marca agli equivalenti

Tutto questo si traduce in un contributo totale, da parte dei cittadini italiani alle casse regionali, di circa 441 milioni di euro, in aumento del 4% rispetto al 2023.
A questo poi si aggiunge la parte che si paga di tasca propria per avere il farmaco di marca: nel 2024 gli italiani hanno speso 1,034 miliardi di euro per acquistare medicinali di marca invece degli equivalenti gratuiti rimborsati dal Servizio sanitario nazionale. Sono i dati del report annuale di Egualia, che fotografa una tendenza ormai consolidata da tempo nel comportamento di acquisto dei cittadini. Di fronte alla possibilità di ricevere un generico equivalente – identico per principio attivo, efficacia e sicurezza – molti italiani preferiscono comunque pagare di più per avere la “marca”.

Anche in questo caso i dati regionali mostrano un’Italia spaccata: nel Lazio il 16,3% della spesa regionale SSN in farmacia è costituita dalla differenza di prezzo versata per preferire il farmaco di marca. Il Molise segue con il 15,8%. In Lombardia, invece, il dato scende al 10,5%, confermando una maggiore propensione (del Nord) verso l’uso di medicinali equivalenti. A livello assoluto, nel 2024 i cittadini del Lazio hanno speso 139 milioni di euro, quasi quanto la Lombardia, che però ha il doppio della popolazione. Seguono Campania (128 milioni) e Sicilia (107 milioni).