Fare profitto sostituendo gli ingredienti costosi con quelli più economici non è un fenomeno nuovo, probabilmente risale a quando il cibo ha iniziato ad essere negoziato. La prima prova concreta di inganno alimentare risale all’epoca romana, quando il piombo era aggiunto al vino per nascondere il fatto che andato a male. Ma è la complessità del nostro sistema alimentare attuale che ha creato più opportunità per i criminali. In questa gallery pubblicata sull’edizione online dell’inglese The Guardian sono rappresentati i settori più colpiti dal rischio di frode. In Inghilterra l’attenzione per l’argomento è aumentata dopo la scoperta di carne cavallo non dichiarata negli hamburger. I piccoli commercianti hanno cavalcato l’onda per promuovere i loro negozi locali – più controllati – rispetto alla grande distribuzione. (continua dopo la foto)
Indentificare le specie ittiche non è sempre facile soprattutto nei casi in cui sul bancone ci sono solo filetti privi di testa e lische. Il test del Dna si è rilevato uno strumento efficace per identificare la specie ma non alla portata di mano dei consumatori che possono, invece, orientare i loro acquisti verso quei pesci con caratteristiche riconoscibili. (continua dopo la foto)
Anche nella frutta secca si annidano particolari problemi. Un’etichettatura precisa è fondamentale per tutelare i soggetti allergici: non sono mancati, infatti, i ritiri dal mercato di prodotti con un’etichetta non esaustiva che ha messo a rischio la salute dei consumatori allergici. (continua dopo la foto)
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Negli ultimi dieci anni gli scandali alimentari legati all’olio d’oliva italiano sono stati molteplici: la pratica più comune è la sostituzione del pregiato olio d’oliva extravergine con una qualità più scadente di olio. Nel caso dell’olio il “guaio” è che tutti i diversi tipi di olio d’oliva hanno identiche composizioni di acidi grassi per cui la prova d’assaggio resta lo strumento più efficace per smascherare le frodi anche se la tecnologia potrebbe salvarci. In particolare potrebbero rivelarsi utili lingue elettroniche che potrebbero azzerare l’errore umano. (continua dopo la foto)
Il miele è tra i dieci alimenti più facilmente falsificabile. Le tecniche sono molte: ad esempio, si può allungare con zuccheri economico come lo sciroppo di fruttosio. In questo settore, il prezzo può aiutarci a smascherare una frode: un prezzo troppo basso non è mai sinonimo di qualità.