Meno Robusta e più Arabica. La tazzina di caffè potrebbe, presto, subire un cambiamento per via della siccità in Brasile, maggiore produttore di qualità Robusta. Potrebbe, infatti, accadere che le torrefazioni si trovino costrette a utilizzare meno Robusta e più Arabica dal momento che la prima potrebbe costare più della seconda. Un fatto nuovo a cui il mercato non è abituato, come dimostra questa infografica che pubblicavamo poco più di un anno fa. (segue dopo l’infografica)
Arabica e Robusta sono le due varietà di miscela di caffè più diffuse. Pur essendo coltivate entrambe esclusivamente nella fascia tropicale a cavallo dell’equatore, l’arabica preferisce le zone montuose, dai 900 ai 2000 metri, mentre la seconda, non sopportando i bruschi cambi di temperatura, si trova bene in territori posti tra i 200 e i 600 metri, in aree in cui vi sia una temperatura costante tra i 24° e i 29° C. Dal punto di vista organolettico le due specie presentano differenze importanti: l’Arabica ha un contenuto di caffeina inferiore, è in grado di dare una bevanda più aromatica perché ha oli in maggiore quantità e più fini ed è più dolce perché ha più zuccheri. La Robusta è la specie più resistente: cresce dal livello del mare ai 1.000 metri, i chicchi hanno una forma tondeggiante, ed il suo caffè è più corposo, meno delicato e più astringente.
Il nostro test
Tra le due qualità, l’Arabica è certamente quella più apprezzata dai clienti e, fino a poco tempo fa, la più cara sul mercato. “100% Arabica” è un claim strillato dai grandi marchi che non mentono. Lo scorso anno il Test-Salvagente ha portato in laboratorio 24 confezioni di caffè per verificare la rispondenza tra la quantità di Arabica dichiarata in etichetta e quella realmente contenuta. Sotto questo aspetto, il nostro test aveva promosso tutti i campioni.
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