“Dal 31/05/2016 il costo del servizio Sms My Wind, che informa su chi l’ha cercata quando non è raggiungibilr, diventa 19 eurocent a settimana”. Inizia così l’Sms che molti utenti wind stanno ricevendo in questi giorni.
Una brutta sorpresa, se non altro perché nel messaggio non sembra esserci alcuna via di uscita per chi non volesse pagare questo nuovo addebito. A meno di non “recedere dal contratto per i servizi Wind”, dice esattamente così il messaggio, con un linguaggio che definire oscuro è essere generosi. Oppure, e qui l’Sms è più chiaro “passare ad altro operatore senza costi né penali entro tale data”.
Possibile che si continui a cambiare le carte in tavola in questo modo nei contratti di telefonia mobile (e Wind non è certo l’unica a farlo)?
“È del tutto normale che un contratto giunto a termine possa essere rinnovato o meno, ed è anche normale che le condizioni possano cambiare. Questa era una certezza fino al giorno in cui è iniziata questa strana danza che non incide sul complesso del contratto ma soltanto su alcune voci o alcuni servizi che, d’incanto, vengono proposti, a mio modo di vedere, in maniera del tutto arbitraria al consumatore, con aumento dei costi o con una riduzione dei tempi di fruibilità ”. È chiarissima la denuncia di Fabrizio Premuti, presidente di Konsumer Italia.
Che continua: “Oggi una tariffa per sempre diventa una tariffa solo fino a quel momento, un mese di contratto diventa 4 settimane, un servizio di avviso prima gratuito diventa magicamente a pagamento, il servizio, in questo caso, my wind subisce un aumento significativo. Ma potremmo elencare fattispecie ancora a lungo, la fantasia dei gestori non ha limiti. Eppure abbiamo l’Authority che più volte è intervenuta per bloccare questi passaggi in corsa proprio perchè riconosciuti pratica commerciale scorretta“.
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Evidentemente il solo intervento del controllore non basta per far desistere da questo comportamento non sul caso specifico ma su ogni ulteriore attività di questo tipo. Commenta Premuti: “È evidente che i gestori cerchino di alzare i margini di tariffe altamente concorrenziali le cui caratteristiche non soddisfano i requisiti di economicità ricercati, ma è anche evidente che un contratto è tale se obbliga le parti alla conservazione delle condizioni fino alla sua scadenza, altrimenti è una presa in giro valida solo per chi unilateralmente può intervenire a cambiamento, ovviamente il gestore in quanto il consumatore il cambiamento lo subisce, al massimo lo respinge rinunciando al contratto. Ma se non c’è certezza nella conservazione delle condizioni contrattuali, perchè dobbiamo dare certezza, quando fa comodo al gestore, sulla nostra fidelizzazione?”
La soluzione? Per il presidente di Konsumer Italia non è impossibile: “Io credo che se multe e richiami non fanno più da argine sia ora di trovare nuovi spunti di intervento, tra questi l’obbligo alla conservazione delle condizioni contrattuali vincolate a tempistiche predeterminate per tutti e non solo per il consumatore. E se il gestore continua va data al consumatore la possibilità di ricevere un risarcimento del danno, perché di danno si tratta quando venendo meno ad un contratto si obbliga qualcuno ad adottare comportamenti diversi da quelli pattuiti, come il cambiare gestore o subire supinamente un aumento del servizio. Ora intervenga l’AGCM, e ci aspettiamo un intervento deciso a seguito del quale siano poi i Corecom a determinare il valore del danno subito dai consumatori”.