Le aste al doppio ribasso sono una pratica commerciale sleale e vanno vietate per legge. Dopo la denuncia dell’associazione Terra! sulle modalità attraverso le quali Eurospin vende la passata di pomodoro, da Coldiretti all’Alleanza delle cooperative agroalimentari fino al Consorzio del Parmigiano Reggiano si chiede di mettere al bando il meccanismo delle aste on line che, come dimostrato da Terra!, “schiacciano il prezzo dei prodotti alimentari, impoverendo tutta la filiera e danneggiando il settore agricolo”. Lo strumento per intervenire, dicono, c’è ed è la nuova direttiva sulle pratiche slealipresentata dal Commissario europeo per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale, Phil Hogan. La proposta mira a tutelare i piccoli operatori di fronte a meccanismi distorsivi del mercato applicati dai partner nella filiera alimentare.
Come funziona la doppia asta on line
Secondo quanto denunciato dall’associazione Terra!, Eurospin avrebbe acquisito 20 milioni di bottiglie di passata di pomodoro a 31,5 centesimi l’una tramite un’asta on line al doppio ribasso. Un prezzo considerato insostenibile da molti produttori e trasformatori. Il meccanismo delle aste, lanciate dal discount, consiste nell’assegnare il contratto di fornitura all’azienda che offre il prezzo inferiore dopo due gare, in cui la base d’asta della seconda è il prezzo minore raggiunto durante la prima. Terra! lo definisce “Un meccanismo che costringe le industrie di trasformazione del pomodoro ad una forte competizione, al punto da spingerli a vendere sottocosto un prodotto che sovente non è ancora stato acquistato dalla parte agricola. In questo modo, prima della stagione di raccolta, i supermercati decidono il prezzo del pomodoro e di altri prodotti alimentari: tutta la contrattazione che segue tra industriali e agricoltori è destinata a muoversi entro questi parametri, spesso con possibilità di margine estremamente ridotte”. “Le aste al doppio ribasso della Grande distribuzione costringono i fornitori ad un gioco d’azzardo senza vincitori – dichiarano Fabio Ciconte, direttore di Terra! e Ivana Galli, Segretaria Generale della Flai CGIL – Una pratica sleale che deve essere vietata per legge, perché impoverisce tutta la filiera agroalimentare”.
Alleanza cooperative: “Vietarle nella Direttiva”
“Siamo molto preoccupati del fatto che alcune catene distributive adottino sistemi non trasparenti di contrattazione dell’acquisto di prodotti alimentari, che risultano fortemente penalizzanti per la filiera produttiva. Nei casi in cui tali metodi vengono usati per l’acquisto di prodotti di qualità certificata (biologico o denominazioni Dop e Igp), riteniamo che si agisca in totale spregio ai maggiori costi e ai sacrifici sostenuti dalle imprese per garantire ai consumatori un prodotto ad alto valore aggiunto.” Così il presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri commenta la pratica delle aste on line al ribasso per l’acquisto di prodotti agroalimentari adottata da alcune imprese distributive.
“Una ferma contrarietà alle pratiche delle aste on line, che presentano offerte al ribasso in modalità tutt’altro che trasparenti – aggiunge Mercuri – è stata espressa anche da alcune grandi catene distributive cooperative preoccupate per la concorrenza sleale che finiscono per subire”.
“È ora fondamentale – conclude Mercuri – che nell’ambito dell’approvazione della Direttiva comunitaria contro le pratiche sleali nella filiera alimentare attualmente all’esame del Parlamento Ue vengano inserite le aste on line nella nozione di pratica sleale, al fine di vietare tali modalità di acquisto non trasparenti che danneggiano i produttori e loro cooperative”.
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Coop: “Noi mai usate”
Va detto che non tutti marchi della Gdo usano il meccanismo della doppia asta. Nel giugno 2017 Federdistribuzione, Conad e Coop firmarono un codice etico promosso dall’allora ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina contro questo meccanismo di aggiudicazione delle forniture alimentari. È anche vero che ci sono marchi che non hanno mai impiegato aste on line come Coop che spiega: “Non abbiamo mai utilizzato il meccanismo delle aste elettroniche inverse o al doppio ribasso e con la campagna Buoni e Giusti promossa dal 2016 ha alzato il livello di controllo per il rispetto della legalità e contro il lavoro nero in agricoltura.”