
Lo scandalo delle enormi sanzioni (da 3mila a 50mila euro) per chi ha emesso un assegno, utilizzando un vecchio carnet e dimenticando di scrivere “non trasferibile”, non accenna a placarsi. Il Salvagente ha raccontato, tanto sul web che nel numero in edicola, le incredibili storie di chi ci è cascato e si è sentito chiedere come “oblazione” 6mila euro per una dimenticanza in apparenza banale che su assegni tra 1.000 e 8.000 euro è finita nelle maglie della nuova norma antiriciclaggio entrata in vigore da luglio 2017.
Una stretta violenta che ha falciato molti cittadini colpevoli solo di non essere al corrente di quanto il governo aveva stabilito ma nessuno aveva mai sufficientemente pubblicizzato. “La legge non ammette ignoranza”, si sono sentiti rispondere, ma loro non mollano. Sono migliaia e molti si stanno organizzando su facebook, attraverso un gruppo che raccoglie i casi e li mette in contatto. Si parla di qualcosa come 10mila persone (difficile ottenere una conferma).
Qualcuno ha anche criticato la mancanza di tempestività con la quale le banche li hanno avvertiti. L’Abi, infatti, solo a febbraio ha deliberato di fare una campagna informativa. 7 mesi dopo la norma, probabilmente dopo aver avuto notizia di quante sanzioni stessero arrivando ai clienti sbadati.

C’è ora da sperare che sia proprio Patuelli, conscio di quello che sta accadendo anche ai suoi clienti, ad apoggiare la richiesta di una modifica di legge che salvi queste migliaia di risparmiatori che di tutto si possono accusare, tranne che di essere rei di riciclaggio.









