E’ l’uva la frutta più contaminata in Francia. L’ong Générations futures ha classificato 19 frutti e 33 vegetali in base alla loro probabile tossicità e per farlo ha utilizzato i dati ufficiali contenuti nei “piani di sorveglianza” della Direzione generale per la repressione delle frodi (Dgccrf) tra il 2012 e il 2016. Dei 19 frutti studiati, il più colpito è l’uva: l’89% dei campioni di uva, esaminati dalla direzione tra il 2012 e il 2016, contiene residui di pesticidi. Ciò non sorprende – fanno sapere dalla ong – se si considera che nel 2013 i viticoltori hanno applicato, in media, 19 trattamenti antiparassitari per combattere funghi, erbe e insetti.
Seguono le clementine-mandarini, ciliegie, pompelmi, fragole, pesche noci e arance, con oltre l’80% dei campioni contenenti residui di pesticidi. Al contrario, i frutti meno inquinati sono avocado (23%), kiwi (27%) e prugna (35%). Lo studio mostra anche che alcuni frutti superano i limiti massimi consentiti in Europa per i pesticidi: accade in quasi il 7% dei campioni di ciliegie esaminati e nel 5% per i manghi e papaie.
Per le verdure, la più contaminata è il sedano: l’84% dei campioni testati contiene residui di pesticidi. Seguono le erbe fresche (74,5%), indivia (73%), sedano rapa (71%) e lattuga. Quasi un terzo delle erbe aromatiche, il sedano, la bietola e le rape superano la soglia dei residui di pesticidi legali dell’Unione europea. Al contrario, gli asparagi (3%) e il mais (1,9%) sono le verdure meno inquinate.