Stoviglie in ceramica: quanto ancora per abbassare i limiti di piombo e cadmio?

stoviglie in ceramica

Già nel 2012 l’Europa ha messo allo studio una riduzione obbligatoria dei metalli pesanti nelle stoviglie in ceramica ma a oggi non è stata trovata una soluzione per la resistenza dell’industria. E i valori trovati nelle analisi attuali sono tossicologicamente elevati

 

Una bella tazza, un piatto o una ciotola in ceramica, magari impreziosita da un bel disegno. Chi non ha uno di questi prodotti nelle proprie cucine alzi la mano.

In pochi però sanno che, pur esistendo dei limiti ai metalli pesanti – in particolare piombo e cadmio – questi risalgono al 1984 e sono considerati da diverse autorità di difesa dei consumatori europei obsoleti. È quanto sostiene già da 18 anni il Bfr, l’Authority tedesca di sicurezza alimentare, che aveva sottolineato che i valori limite dovevano e potevano essere abbassati drasticamente soprattutto in considerazione della maggiore sensibilità dei bambini. E non sono solo i tedeschi a mettere in guardia i consumatori. Anche negli Usa le autorità sanitarie hanno lanciato allerta dopo diversi casi di intossicazione, specie nei bambini.

Lo ripete oggi l’Ufficio per le indagini chimiche e veterinarie di Stoccarda che nel 2022 ha analizzato un totale di 20 campioni di ceramica. Servizi di stoviglie, tazze per bambini e teiere. Tutti i campioni esaminati soddisfacevano i requisiti legali del 1984 ma in 5 casi su 20 si superavano i valori massimi di rilascio tollerabili specificati dal BfR come sicuri.

L’industria resiste

I valori ammessi oggi, spiegano i ricercatori tedeschi, non corrispondono più alle ultime classificazioni tossicologiche né allo stato attuale della tecnica e già nel 2012 la Commissione UE ha iniziato con un progetto di regolamento con valori limite notevolmente inferiori. Tuttavia non c’è ancora nessun accordo in vista. “Per quanto riguarda la tutela dei consumatori – scrivono in una relazione pubblica alle analisi le autorità di Stoccarda – sosteniamo regolarmente l’abbassamento dei valori limite, ma purtroppo l’industria, che partecipa anch’essa alla discussione, si è dimostrata molto ostinata”.

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