Anche la Spagna si sfila: cresce il fronte dei paesi contrari al Nutriscore, l’etichetta che penalizza la dieta mediterranea

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Si allarga il fronte dei paesi contrari al Nutriscore, l’etichetta a semaforo pensata per indicare la salubrità di un cibo a colpo d’occhio. Dopo l’Italia e altri sei paesi, anche la Spagna si sfila: il sistema di valutazione dei colori del Nutriscore, infatti, tende a penalizzare i prodotti della dieta mediterranea, e così come sfavorisce molte eccellenze agroalimentari italiane, rischia di allontanare i consumatori anche da quelle iberiche.

Il voto spagnolo

La Commissione salute e consumo del Congresso spagnolo ha espresso infatti vot favorevole con l’appoggio della quasi totalità dei partiti alla proposta di risoluzione non legislativa per chiedere al governo di mantenere volontario il sistema di etichettatura nutrizionale Nutriscore, fino al raggiungimento di un accordo a livello UE su una etichettatura nutrizionale fronte pacco (FoPnl) armonizzata. A spingere la politica spagnola a prendere posizione, i produttori del popolare Jamon Iberico, famoso in tutto il mondo, e tra i prodotti che con l’etichettatura a semaforo sarebbe risultato tra i prodotti da evitare per amore della salute. “Il sistema semplicemente non offre una valutazione adeguata delle qualità di uno dei prodotti di base della dieta mediterranea, che è considerata una delle diete più sane al mondo”, aveva riferito al Guardian un portavoce dell’Associazione interprofessionale dei produttori di maiale iberico.

Coldiretti: “no al sistema discriminatorio”

Coldiretti commenta soddisfatta: “Nutriscore, con la frenata della Spagna si indebolisce il fronte dei Paesi favorevoli al sistema di etichetta nutrizionale a colori fuorviante, discriminatorio ed incompleto che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono presenti sulle tavole per favorire prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta”. Coldiretti evidenzia come con l’etichettatura nutriscore francese come con quella a semaforo adottato in Gran Bretagna si rischia  di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea, ma anche specialità come il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma le cui semplici ricette non possono essere certo modificate. “L’etichetta nutrizionale a colori peraltro boccia ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp) che la stessa UE dovrebbe invece tutelare e valorizzare soprattutto nel tempo del Covid” scrive Coldiretti in una nota.

I due fronti contrapposti

Le discussioni in sede di Consiglio UE raccontano in sostanza di due fronti: la Francia guida un consistente fronte pro-Nutriscore con l’appoggio della Germania (tra i pochi sostenitori nel nostro paese c’è anche Altroconsumo), l’Italia vuole un sistema armonizzato, che sia diverso dal Nutriscore e che vada a rivedere alcuni dei principi e idee alla base del sistema francese, supportata anche formalmente al momento da Repubblica Ceca, Romania, Cipro, Grecia, Lettonia e Ungheria. La Commissione europea ha anche avviato ad inizio 2021 una consultazione pubblica mentre il Parlamento europeo non si è ancora espresso sull’argomento.