Pfas nei piatti compostabili della mensa scolastica? Un dubbio che preoccupa

PFAS PIATTI COMPOSTABILI

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“Creano molta preoccupazione i risultati dei test relativi ad alcune stoviglie compostabili utilizzate in mensa che Il Salvagente, ha pubblicato oggi. Come sostiene il professor Ritieni, docente di Chimica degli Alimenti alla facoltà di Farmacia dell’Università Federico II, la ‘quantità di fluoro ritrovata in queste stoviglie è molto alta’ e ciò ‘merita attenzione’. Una presenza elevata di fluoro nelle stoviglie compostabili, secondo il metodo di analisi adottato da Il Salvagente, che è lo stesso utilizzato nell’Università di Notre Dame negli USA, ‘indicherebbe la presenza di Pfas’”. La prima reazione al nostro test su piatti e altre stoviglie utilizzati nelle mense scolastiche di diverse città italiane, viene dall’associazione Foodinsider, un punto di riferimento sul tema “mense scolastiche” con il suo rating dei menu.

L’associazione è comprensibilmente preoccupata e fa notare: “Mentre l’inchiesta fa emergere un allarme sui potenziali rischi derivanti dall’impiego di stoviglie compostabili in mensa, il ministero della Salute, insieme al ministero per le Pari opportunità e famiglia, pubblica le Linee guida per i centri estivi imponendone l’impiego: ‘si devono sempre utilizzare posate, bicchieri e stoviglie monouso ‘possibilmente biodegradabili’ anche al di fuori dei pasti’”.

Spiega la presidente di Foodinsider, Claudia Paltrinieri: “La parola su cui si gioca la partita delle stoviglie compostabili, così come dei lunchbox è ‘sicurezza’. Ma non esiste nessun documento scientifico, né a livello nazionale né internazionale che ne giustifichi l’impiego. Anzi il paradosso è che per un ingiustificato principio di prudenza (evitare la diffusione del Covid 19) si espongono i bambini ad un potenziale maggior rischio: i Pfas sono classificati dalla Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) come potenziali cancerogeni (Pfoa, Gruppo 2B), e interferenti endocrini (ormonali).  I Pfas sono sostanze molto usate nella produzione di materiali destinati al contatto con alimenti, perché repellenti all’acqua e all’olio, quindi garantiscono l’impermeabilità delle superfici a contatto con il cibo”.

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“Il rischio è per la salute dei bambini, ma anche per l’ambiente ricorda l’associazione – perché se guardiamo alla riciclabilità delle stoviglie compostabili queste sostanze, potenzialmente nocive, andranno a contaminare i terreni”.

La proposta è precisa: “Nelle more di una conferma da parte di enti preposti, in via precauzionale, chiediamo al ministero della Salute e al ministero delle Pari opportunità e famiglia, di intervenire al fine di promuovere l’impiego di stoviglie in ceramica e, in via transitoria, là dove il modello organizzativo non lo consenta ancora, di utilizzare piatti di plastica da riciclare in maniera opportuna, al posto delle stoviglie compostabili”.

L’esempio, per Foodinsider è quello della Danimarca che già da luglio 2020 ha vietato l’impiego di sostanze  perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche (PFAS) in imballaggi e nei materiali a contatto con gli alimenti in carta e cartone. Come dichiara il Ministero dell’Ambiente danese ‘Fortunatamente, la carta può essere resa unta e idrorepellente anche senza l’uso di fluoruri’.