Onde elettromagnetiche: l’Anses aggiorna la valutazione sul rischio di cancro

ONDE ELETTROMAGNETICHE

Quasi mille nuovi studi analizzati, nessun nesso causale tra onde elettromagnetiche e tumori. Ma l’Agenzia francese invita alla prudenza, soprattutto per i più giovani nell’uso degli smartphone

Nel suo nuovo rapporto pubblicato a novembre 2025, l’Agenzia nazionale francese per la sicurezza sanitaria (Anses) torna sul tema degli effetti delle onde a radiofrequenza — quelle emesse principalmente dai telefoni cellulari — e fa il punto su una letteratura scientifica che nell’ultimo decennio è cresciuta in modo imponente. Dal 2013 a oggi sono stati prodotti quasi mille studi aggiuntivi, compresi grandi progetti epidemiologici internazionali e impegnativi test sperimentali. Il risultato? Non emergono prove convincenti di un legame causale tra l’esposizione ai campi elettromagnetici e lo sviluppo di tumori nell’uomo.

Nessuna evidenza di cancro nell’uomo

La revisione dell’ANSES ha preso in considerazione tre grandi filoni scientifici: studi epidemiologici sulla popolazione, studi sperimentali su animali e ricerche sui meccanismi cellulari. I segnali osservati negli studi su animali e su cellule — definiti “limitati” dagli esperti — non trovano riscontro nelle indagini sull’uomo. Grandi progetti come MOBI-kids o le serie del National Toxicology Program statunitense non hanno infatti documentato un aumento statisticamente significativo dei tumori associato all’uso del cellulare o all’esposizione ambientale alle radiofrequenze.

Gli esperti francesi sottolineano però che la conclusione vale per le conoscenze disponibili fino a maggio 2025 e non esclude che nuove evidenze possano emergere in futuro.

Un metodo di valutazione rafforzato

Per questo aggiornamento, l’Agenzia ha applicato un metodo rigoroso ispirato ai criteri della Iarc, selezionando circa 250 articoli scientifici ritenuti solidi per qualità metodologica. Nel 2024 il lavoro è stato anche sottoposto a consultazione pubblica, con una giornata di confronto in cui ricercatori, associazioni e stakeholder hanno potuto porre domande e chiedere chiarimenti direttamente agli autori del rapporto.

Il documento finale pubblicato nel 2025 tiene conto delle osservazioni ricevute e chiarisce vari punti tecnici richiesti dalla comunità scientifica.

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Esposizione in aumento

Sebbene le telefonate stiano diminuendo, l’uso dello smartphone continua a crescere e a trasformarsi: in Francia il 98% delle persone dai 12 anni in su possiede un telefono mobile e il 91% usa uno smartphone. Le chiamate brevi con il telefono vicino all’orecchio vengono sempre più sostituite da altoparlanti e auricolari, ma allo stesso tempo esplodono i consumi di video, social network e streaming.

Lo sviluppo delle reti 4G e 5G, insieme alla crescente densità delle stazioni radio base, porta a un aumento graduale dell’esposizione ambientale alle radiofrequenze, soprattutto nei grandi centri urbani. È uno scenario in rapida trasformazione, che secondo l’Agenzia richiede “vigilanza continua e monitoraggi periodici dei livelli reali di esposizione”.

Servono protocolli armonizzati e monitoraggio degli usi

Pur non individuando rischi cancerogeni, l’Anses chiede di rafforzare la ricerca. Tra le priorità:

  • rendere più omogenei i protocolli tra studi su animali e ricerche sui meccanismi cellulari;

  • mantenere una sorveglianza epidemiologica tramite registri tumori;

  • continuare a finanziare grandi coorti come COSMOS;

  • studiare in modo sistematico come cambiano nel tempo gli usi reali delle tecnologie wireless.

L’Agenzia segnala inoltre che negli ultimi anni sono emersi studi che ipotizzano potenziali effetti delle radiofrequenze sulla fertilità, un tema che richiederà una nuova valutazione dedicata.