
Una lettrice ci chiede quale caffè scegliere per limitare lo sviluppo di acrilammide nel caffè. E ci consente di tornare a fare chiarezza su questo argomento
Caro Salvagente,
“Come scegliere il caffè? Il caffè a tostatura più chiara contiene generalmente più acrilammide di quello a tostatura media o scura (cioè tostati più a lungo), il che può aumentare l’esposizione media del 14%”
Ora quindi, ho un po’ di confusione. Probabilmente ho capito male io, ma mi farebbe piacere sapere se è giusto orientarsi su una tostatura più chiara (per avere attenzione sull’acrilamide) oppure no.
Francesca Finelli
Cara Francesca,
non è la prima lettrice a farci una domanda del genere. La ragione di tanta perplessità è presto detta: siamo abituati a ritenere la cottura più intensa – che si tratti di pane, patatine o altro – come un’indice del crescere dell’acrilammide, il pericoloso contaminante di processo dagli effetti cancerogeni.
Per quanto possa sembrare intuitivo, però, con la tostatura del caffè accade esattamente il contrario: più la tostatura è bassa e più si misura un incremento dell’acrilammide. È dunque corretto cercare le miscele a tostatura “dark” o forte per limitare l’assunzione del contaminante. E questo perché, ci spiegava la dottoressa Chiara Manzi, durante la tostatura forte l’acrilammide si distrugge. Aggiungiamo che, dal punto di vista della varietà, l’Arabica ne sviluppa meno del Robusta.