Glifosato nel caffè Aldi e Lidl: i risultati di un test svizzero

CAFFÈ DECAFFEINATO

Diverse buone notizie, su acrilammide e micotossine, e due clamorose penalizzazioni per la presenza di glifosato, andate ad Aldi e Lidl. È il risultato di un test sul caffè in grani condotto da Saldo

Per l’indagine realizzata da Saldo, mensile dei consumatori svizzeri, un laboratorio specializzato ha analizzato sei confezioni di chicchi per espresso e sei per caffè crema, acquistate nei principali supermercati svizzeri. Il test ha verificato la presenza di acrilammide, ocratossina A (una tossina della muffa), idrocarburi policiclici aromatici, metalli e i pesticidi mepiquat e glifosato. I risultati sono rassicuranti: quattro prodotti hanno ottenuto una valutazione positiva e uno è stato giudicato addirittura ottimo, con bassi livelli di acrilammide e assenza di altre sostanze problematiche.

Caffè crema: di cosa si tratta?

Il caffè crema (o Café Crème) è un tipo di caffè molto diffuso in Svizzera e Germania. Viene preparato con una macchina per espresso, ma con una macinatura più grossolana e una quantità d’acqua maggiore rispetto all’espresso tradizionale (circa 120-150 ml). Questo metodo di preparazione conferisce al caffè una crema dorata in superficie, da cui deriva il nome. Non va confuso con la crema di caffè italiana, che è una bevanda fredda e cremosa.

Acrilammide: a che punto siamo?

In Svizzera e nell’Ue, il limite massimo consentito per l’acrilammide nei chicchi di caffè tostati è di 400 microgrammi per chilo (µg/kg). Il valore più basso è stato rilevato nel Barista Espresso Dark di Tchibo, con 114 µg/kg. Seguono il Crema di Coop Prix Garantie e lo Espresso Roast di Starbucks, entrambi con circa 160 µg/kg.

Al contrario, i valori più elevati sono stati riscontrati nel Caffè Crema di Mövenpick, nel Tradition Crema di Chicco d’Oro, nel Bio Caffè di Migros e nell’Espresso M-Budget. I due prodotti Migros si sono distinti negativamente con circa 340 µg/kg, un livello molto vicino al limite massimo consentito.

Glifosato, metalli pesanti e altri contaminanti

Il test ha inoltre rivelato la presenza di glifosato nel Crema di Aldi e nell’Espresso di Lidl, sebbene in quantità inferiori ai (generosi) limiti di legge. L’Organizzazione mondiale della sanità ha classificato il glifosato come “possibilmente cancerogeno” già nel 2015, mentre l’Agenzia europea delle sostanze chimiche non ha finora ritenuto necessario vietarne l’uso.

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Nei prodotti Bio Caffè di Migros e in due referenze di Lidl, sono stati trovati residui di cadmio, un metallo pesante tossico che può accumularsi nei reni e in altri organi. Il valore massimo consentito in Svizzera e nell’Ue è di 0,2 µg/kg, e i prodotti analizzati rientravano sotto questa soglia, sebbene la presenza di metalli nei cibi rimanga un fattore di rischio per la salute, spiegano gli svizzeri.

Un dato preoccupante riguarda l’Espresso M-Budget, che conteneva 2,8 milligrammi di nichel per chilo, un valore nettamente superiore alla media di 0,6 mg/kg riscontrata negli altri prodotti. Il nichel è noto per il suo potenziale effetto tossico su reni e fegato, oltre a essere uno dei principali responsabili delle allergie da contatto.

La trasparenza sull’origine del caffè

Un altro aspetto emerso dal test riguarda la trasparenza sull’origine delle materie prime. Alcuni marchi, tra questi Aldi, Lidl, Migros, Starbucks e Mövenpick, non indicano sulla confezione i paesi di provenienza dei loro chicchi di caffè. Tuttavia, un’indagine condotta da Saldo  ha rivelato che i prodotti testati provengono da almeno dieci paesi diversi. Ad esempio, il caffè biologico di Aldi è una miscela di Arabica e Robusta provenienti da India, Tanzania, Honduras e Perù, mentre l’espresso di Lidl contiene chicchi di Arabica coltivati in Cina, Brasile e Honduras.