Antitrust contro otto case farmaceutiche: hanno favorito il farmaco più costoso di Lucentis

Sotto accusa aziende dei gruppi Samsung Bioepis, Biogen, Genertech e Novartis per una presunta intesa restrittiva della concorrenza nel mercato del principio attivo ranibizumab, destinato alla cura di importanti patologie oculari

Le aziende farmaceutiche ci ricascano e si mettono d’accordo per ostacolare la vendita di farmaci biosimilari che costano meno. Questa volta sotto accusa sono otto grosse case farmaceutiche, Samsung Bioepis co. Ltd., Samsung Bioepis NL B.V., Biogen Inc., Biogen Italia S.r.l., Genentech Inc., Novartis AG, Novartis Europharm Ltd. e Novartis Farma S.p.A, su cui l’Antitrust ha avviato un’istruttoria  per accertare una presunta intesa restrittiva della concorrenza nel mercato del principio attivo ranibizumab, destinato alla cura di importanti patologie oculari.
L’ipotesi è quella di un coordinamento delle strategie commerciali tra queste società per ritardare l’ingresso nel mercato italiano di Byooviz, un farmaco con principio attivo ranibizumab, sviluppato e commercializzato dai gruppi Samsung Bioepis e Biogen, biosimilare di Lucentis, a sua volta sviluppato da Genentech e commercializzato in Italia dal gruppo Novartis.

Le segnalazioni

A partire da novembre 2022, sono pervenute all’Autorità una serie di informazioni da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco relativamente al mancato ingresso nel mercato italiano del farmaco Byooviz, biosimilare del farmaco biotecnologico Lucentis, altamente più remunerativo. Inoltre, sono state acquisite dagli Uffici notizie pubbliche relative a un accordo di licenza siglato tra Samsung Bioepis e Biogen, da un lato, e Genentech, dall’altro lato, avente a oggetto la commercializzazione del citato Byooviz.

Queste condotte, se confermate, rivelerebbero anche l’esistenza di un’alterazione delle dinamiche competitive tale da limitare artificiosamente la concorrenza basata sui meriti. “Nel settore farmaceutico – scrive l’Antitrust nel comunicato – tali condotte dilatorie dell’ingresso nel mercato di un farmaco biosimilare concorrente a quello originario causano ripercussioni negative sui possibili risparmi per gli acquisti a carico del Servizio Sanitario Nazionale, oltre che pregiudizi nei confronti dei pazienti e dei contribuenti in termini di ampiezza dell’offerta e di prezzi più bassi. Infatti in genere i farmaci biosimilari vengono commercializzati a un costo significativamente inferiore a quello dei rispettivi originator”.

Martedì scorso i funzionari dell’Autorità hanno svolto ispezioni nelle sedi di Biogen Italia, Novartis Farma e di altri soggetti ritenuti in possesso di elementi utili all’istruttoria, con l’ausilio del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza. Parallelamente l’Antitrust olandese ha svolto ispezioni in Olanda presso la sede di Samsung Bioepis NL B.V.

Il caso precedente che ha favorito Lucentis

Nel 2019 è scoppiato un caso simile che ha visto Roche e Novartis mettersi d’accordo per favorire la prescrizione del farmaco più caro (prodotto da Lucentis) per la cura della maculopatia, una patologia degli occhi. L’accordo prevedeva che Roche non chiedesse l’autorizzazione a far prescrivere il farmaco meno caro prodotto da Avastin, che era nato per curare patologie tumorali, ma nella sostanza aveva lo stesso effetto nel trattare la maculopatia. Questo accordo ha prodotto un danno all’erario di 200 milioni di euro, e alcuni dirigenti della commissione consultiva tecnico scientifica dell’Agenzia italiana per il farmaco sono finiti nel mirino della Guardia di Finanza.

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