La bufala dell’agnello sardo Igp

agnello igp

A distanza di anni è tornata a circolare in rete di l’immagine dell’etichetta di una confezione di agnello Igp sardo allevato in Grecia e macellato in Olanda, acquistata da Carrefour, che già nel 2020 il Salvagente aveva smontato. Ecco perché possiamo parlare anche questa volta di fake news

A distanza di anni è tornata a circolare in rete di l’immagine dell’etichetta di una confezione di agnello Igp sardo allevato in Grecia e macellato in Olanda,  acquistata da Carrefour, che già nel 2020 il Salvagente aveva smontato. Ecco perché possiamo parlare anche questa volta di fake news

Il consorzio: “La bufala nata da un errore umano”

AGNELLO
L’etichetta originale (che riportava un errore commesso in fase di etichettatura), poi modificata al computer

 

La notizia ha scatenato molta indignazione nei lettori, ma fortunatamente anche l’attenzione di Alessandro Mazzette, direttore del Consorzio per la tutela dell’Igp Agnello di Sardegna che spiegava al Salvagente l’origine della bufala: “La prima volta che l’etichetta è cominciata a girare, lo scorso aprile (2020, ndr), il tutto è partito da un errore umano di un addetto a Milano. Le bilance funzionano col doppio codice, uno identifica il prodotto e l’altro l’origine. Nell’etichetta è rimasta l’origine di un agnello greco precedente. L’agnello è stato invece identificato, sono state anche mandate le bolle di consegna, ricostruita l’intera tracciabilità, e si trattava effettivamente di un agnello Igp di Sardegna, acquistato da noi da un macello del sassarese”. Subito dopo, durante i primi giorni dell’estate, è comparsa la stessa etichetta modificata al computer, la Grecia è diventata Olanda nella parte della macellazione, ed è stata eliminata ad arte la data di etichettatura del prodotto in modo che potesse tranquillamente passare come un’etichetta nuova.

Un Igp con disciplinare da Dop

Va detto che in tema di indicazione geografica protetta, l’agnello sardo Igp, è una virtuosa eccezione: “L’Igp sardo – spiega lo stesso Mazzette – è un Igp anomalo rispetto agli altri. Noi abbiamo un disciplinare da Dop, perché l’agnello deve essere nato, allevato e macellato in Sardegna, e provenire da una pecora autoctona e da un ariete sardo anch’esso. Infatti, stiamo lavorando per passare al Dop, perché secondo me oggi sull’Igp il consumatore è iniziato ad essere disorientato, dalla storia della bresaola in poi”. Il direttore del consorzio sardo si riferisce a quanto più volte raccontato dal Salvagente: il disciplinare del famoso salume Igp della Valtellina, infatti, consente ai produttori di utilizzare – come largamente fanno – carne di zebù brasiliano.

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