Le reti oncologiche regionali migliori e peggiori a confronto, secondo il monitoraggio Agenas

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Persiste una grande disparità sul territorio nazionale rispetto allo stato di attuazione delle Reti oncologiche regionali, secondo l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. Solo 6 Regioni sono state ‘promosse’ a pieni voti, in coda il Sud (ma migliorano Sicilia e Campania)

Persiste una grande disparità sul territorio nazionale rispetto allo stato di attuazione delle Reti oncologiche regionali (Ror), secondo i dati pubblicati dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Solo 6 Regioni sono state ‘promosse’ a pieni voti, in coda il Sud (ma migliorano Sicilia e Campania).

Com’è stato eseguito il monitoraggio

Nello specifico, i dati emergono dalla quinta Indagine nazionale sullo stato di attuazione delle Reti oncologiche regionali, condotta nel 2023 analizzando i risultati del monitoraggio rispetto all’anno 2022, pubblicata dall’Agenas. Il monitoraggio è stato eseguito sulla base di un questionario e di una serie di indicatori riguardanti le sette patologie oncologiche maggiori (mammella, colon, retto, polmone, prostata, ovaio ed utero) riferiti all’anno 2022 e relativi alla presa in carico da strutture della Rete, all’indice di fuga fuori Regione (ovvero la percentuale di ricoveri di pazienti presso struttura della Ror fuori dalla rispettiva Regione di residenza), ai tempi di attesa (percentuale di ricoveri in strutture della Ror entro 30 giorni dalla data di prenotazione).

Molto bene Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte/Valle d’Aosta, Veneto e Liguria

“L’analisi dei singoli indicatori, spiega Agenas, “sottolinea come siano presenti Regioni totalmente performanti anche in accordo con la loro organizzazione/governance di rete (Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte/Valle d’Aosta, Veneto e Liguria)” ed altre in cui il raggiungimento della performance di esito è legato maggiormente alla produttività di singoli centri che avocano a sé elevata capacità produttiva e soddisfacimento della domanda interna ed esterna alla rete ma, dunque, con la necessità di implementare un’efficace sistema di rete (Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Lazio).

Crescono Campania, Puglia, Sicilia, Marche, PA di Trento e PA di Bolzano

Da osservare, inoltre, il progresso di alcune Regioni/PA (Campania, Puglia, Sicilia, Marche, PA di Trento e PA di Bolzano) che essendo partite da una riorganizzazione della rete stanno mostrando un crescente impatto favorevole sugli esiti.

Male Calabria, Molise, Sardegna, Umbria, Basilicata e Abruzzo

Infine, rimangono da supportare nella definizione della rete e nella sua successiva crescita le Regioni (Calabria, Molise, Sardegna, Umbria, Basilicata e Abruzzo) in cui appare evidente dalla mobilità, dall’indice di fuga e dalla scarsa risposta al soddisfacimento della domanda dei pazienti residenti in Regione, l’inefficacia dei processi di base della rete.

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