Patatine alla paprika (e all’acrilammide, ai pesticidi, agli oli minerali…)

patatine alla paprika

Un test condotto in Germania su 20 papatine alla paprika (tra cui qualche marchio in vendita anche in Italia) trova alti contenuti di acrilammide, Mosh e Moah, pesticidi e altre sostanze indesiderate. “Sapevamo che si tratta di uno snack non propriamente sano – commentano i tedeschi – ma i risultati sono scioccanti”.

 

Ancora più dannose del previsto. È con questo giudizio tranciante che i tedeschi di OkoTest bocciano senza appello le patatine in busta al gusto di paprika dopo un test su 20 campioni.

“Tutti sanno che le patatine non sono esattamente uno spuntino salutare. Ma ciò che è scioccante è che sono piene di sostanze inquinanti, dall’acrilammide agli oli minerali, dagli esteri glicidilici degli acidi grassi ai glicoalcaloidi, senza contare i pesticidi presenti” spiega il giornale dei consumatori tedeschi.

Troppa acrilammide (specie nel bio)

Il laboratorio ha rilevato livelli di acrilammide in otto prodotti. La sostanza ha dimostrato di essere cancerogena negli esperimenti sugli animali. Sebbene nessun prodotto testato sia privo di questo contaminante di processo (si forma sottoponendo gli amidi ad alte temperature), i produttori convenzionali sembrano riuscire a tenere sotto controllo il problema meglio di quelli biologici.

La possibile spiegazione per i tecnici tedeschi è da ricercare nel divieto d’uso di inibitori della germinazione nel biologico. Per poter conservare le patate a lungo, sono necessarie temperature comprese tra due e quattro gradi Celsius. Tuttavia, l’ambiente freddo provoca l’accumulo di zuccheri come glucosio o fruttosio nel tubero. Questi a loro volta possono contribuire alla formazione di livelli più elevati di acrilammide durante la frittura.

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Tuttavia, le difficili condizioni di conservazione delle patate biologiche non possono essere una scusa perché alcune patatine biologiche superano addirittura lo standard UE attualmente applicabile per le patatine che tollera 750 mcg/kg. Un primato non esclusivo delle chips bio, se è vero che anche le Lay’s Red Paprika hanno fatto segnare un contenuto di questo contaminante oltre i valori consigliati in Europa.

Gli oli minerali

Il laboratorio ha riscontrato principalmente idrocarburi saturi di petrolio (analoghi dei MOSH). Questi si accumulano nell’organismo e rappresentano probabilmente la sostanza contaminante più diffusa, le cui conseguenze non sono ancora chiare. Tre patatine bio, poi, hanno anche mostrato la presenza di Moah, che possono contenere composti cancerogeni.

Più controlli di qualità!

Passiamo agli esteri glicidilici degli acidi grassi. Si trovano in quattro prodotti biologici. Il problema è che possono essere convertiti in glicidolo nel corpo, sospettato di essere cancerogeno e geneticamente dannoso.

Gli esteri degli acidi grassi sono tra gli inquinanti che si presentano nel processo di produzione, soprattutto durante la raffinazione di oli e grassi vegetali.

Osservano da OkoTest: “È evidente che sono presenti più spesso e in quantità maggiori nei prodotti biologici. Come può essere? Purtroppo i produttori non ci hanno fornito alcuna spiegazione. Pertanto possiamo solo fare ipotesi su come le sostanze analizzate siano finite nei chip. Ma una cosa è certa: quando si tratta di controllo qualità, i fornitori devono apportare molti miglioramenti”.

L’elenco dei problemi con i chip continua nell’analisi dei dati tedeschi. Le parti verdi e germogliate di una patata possono contenere glicoalcaloidi come solanina o chaconina. Le possibili conseguenze includono nausea, vomito o diarrea. Pertanto, i glicoalcaloidi non dovrebbero essere presenti in grandi quantità, cosa che invece è successa per alcuni prodotti tra cui le Sun Snacks Chips Paprika Style di Aldi.

Vecchi e nuovi pesticidi

A proposito di condizioni di conservazione. Conservare bene e a lungo le patate è una sfida. Le aziende convenzionali si affidano agli inibitori della germinazione. Per anni il clorprofam è stato il pesticida utilizzato a questo scopo, ora che è vietato nell’UE perché classificato come “probabilmente cancerogeno” ci si aspetterebbe di non trovarlo.

E invece le tracce rimangono nelle chips, probabilmente per il fatto il contenitore di stoccaggio o di trasporto può essere ancora contaminato dall’agente anni dopo l’ultimo utilizzo.

Un’alternativa al clorpropham è ad esempio l’1,4-dimetilnaftalene. I coltivatori di patate non ne sono del tutto soddisfatti perché non è così efficace. Gli ambientalisti perché mette a rischio la salute di laghi e fiumi. Il test mostra quanto sia diffuso il pesticida: i laboratori l’hanno rilevato in 13 prodotti, tra cui due prodotti biologici. Sfortunatamente, anche in questo caso i fornitori non forniscono alcuna spiegazione.

Poche promosse

Alla fine di questa dura sezione di prove solo un prodotto (le Kartoffenchips Dennree, non vendute in Italia) ha ottenuto il massimo dei voti, altri sei patatine hanno ottenuto il punteggio minimo “buono” e tra queste le Penny Chips Paprika. Le Snack Day Chips Paprika di Lidl, invece, si devono accontentare di un “soddisfacente”, penalizzate dal contenuto del pesticida 1,4-Dimethylnaphthalin.