Quanto è lontana l’invincibile estate di Roberto Mancini

L'INVICIBILE ESTATE

“L’invincibile estate” il libro di Claudio Donatelli, preparatore atletico della nazionale di calcio, e della giornalista Annalisa Nicastro, si apre con i ricordi in presa diretta della vittoria degli azzurri nella finale di Wembley agli europei del 2021 ed è uno spunto per raccontare storie di sport e di vita, di “trionfi, cadute e rinascite” non facili da raggiungere

Una parabola di vita vissuta attraverso i trionfi e le cadute del nostro calcio. Appena due anni fa il ct della nazionale Roberto Mancini regalava all’Italia la vittoria degli europei nella notte magica di Wembley. Qualche mese però dopo quel sogno si è trasformato in un incubo con l’esclusione degli azzurri dal mondiale del Quatar 2022. E la parabola discendente se vogliamo si è conclusa poco prima di Ferragosto con la decisione inattesa del mister Mancini di lasciare in modo brusco e tra le polemiche la guida della nazionale.

Del resto però lo sport, come la vita, è una sequela di “trionfi, cadute e rinascite” come quelle che raccontano Claudio Donatelli, preparatore atletico della nazionale di calcio, e la giornalista Annalisa Nicastro, nel libro L’invincibile estate. Storie di sport e di vita” (Rubbettino, 169 pagine, 16 euro). In primo piano ci sono gli atleti ma anche le donne e gli uomini, le loro scelte, le rinunce e l’impegno spesso ripagato con i successi.  “Lo stile narrativo – spiegano i due autori – è l’autofiction, in cui l’autore è anche protagonista e voce narrante di storie in uno scambio continuo di permeabilità tra fiction e non fiction. Il racconto finzionale viene percepito così come una raccolta di memorie, infatti gli episodi narrati sono tratti da testimonianze vere, per niente inventate. Questo realismo documentario accentua il tono di veridicità, allontanandosi dal contenuto meramente costruito ad arte, perché tutti noi siamo fatti di emozioni e lo sport ha già nella sua stessa natura la potenza di meravigliare”.Ci si muove tra gli episodi e tra i personaggi coinvolti come un lungo piano sequenza, che parte da Roberto Mancini alla vigilia di Italia – Inghilterra del 2021 e attraversa le storie di Gianluca Vialli (compagno di squadra di Mancini nella gloriosa Sampdoria anni 90), Irma Testa (pugilato), Martin Castrogiovanni (rugby), Giorgio Chiellini, Damiano Tommasi (calcio), Sofia Goggia (sci), Francesco Moser (ciclismo) e tanti altri. Sportivi e non. Tra gli altri Maurizio De Giovanni (giallista di successo che vanta un passato nella pallanuoto) parla di cosa vuol dire essere tifosi (“malato” di calcio del resto la parola “tifo mai fu più azzeccata”), Irma Testa accende le luci sulle pari opportunità, Xavier Jacobelli sull’importanza della comunicazione (raccontando efficacemente un’altra parabola, quella dell’informazione, tra cadute e si spera rinascite) e Giorgio Chiellini sulle qualità da leader (e di come spesso l’esempio “muto” valga più delle parole “spiegate”).

L’imprecazione di Verratti

Ogni capitolo del libro è il racconto di una scelta, di un’emozione, di una rinuncia, di una parola chiave, attorno alla quale gli autori fanno “parlare” un protagonista. Ci hanno sorpreso però alcuni dettagli legati alla gestione della nazionale di calcio di Roberto Mancini che aiutano a capire più l’uomo che non il commissario tecnico. La scelta di conclude gli allenamenti con la messa, la sua avversione per le imprecazioni subito sanzionate (Verratti viene costretto a scusarsi con i suoi compagni per un’esclamazione di troppo all’inizio del secondo tempo supplementare nella semifinale degli europei con la Spagna) e l’attenta preparazione atletica che segue l’ex mister della nazionale di calcio per il quale “se non vi divertite, non potete vincere”.

Ma accanto ai nomi che hanno fatto la storia del nostro sport (da Moser che oggi si “diverte” con la bicicletta a pedalata assistita a Sofia Goggia che sfreccia a 120 km/h “volando” a un pelo dalla neve a Gianluca Vialli che ragiona sul “rischio o opportunità” del calcio) ci sono le storie dello sport sociale. Eccoci allora sul campo 25 aprile nel quartiere romano di Pietralata della Liberi Nantes squadra interamente composta da ragazzi migranti o nelle palestre dove lo sport supera la disabilità e “cura” addirittura il Parkinson. Una lettura piacevole “L’invincibile estate” premiata da decine di presentazioni in giro per l’Italia e incontri partecipatissimi nelle scuole che solo la passione e la professionalità di Claudio Donatelli e Annalisa Nicastro potevano stimolare.

Ps: Gli autori del libro sono dei cari amici e leggendo le pagine mi ha fatto piacere scoprire che la stessa dolce professionalità che Claudio ci regalava in palestra è la medesima che mette in gioco quando deve “preparare” un campione della nazionale. Del resto come spiega nel libro “sport e umanità” non possono essere scisse. Almeno nei veri campioni di vita.

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