Eurovita: i risparmiatori vedono la luce in fondo al tunnel

EUROVITA

Eurovita sarà smembrata tra 5 big che onoreranno le polizze sottoscritte dai clienti. E a chi volesse riscattarle è assicurato il rimborso da parte degli istituti che le hanno vendute. Per Federconsumatori un accordo positivo e l’ennesima dimostrazione che questo mercato è poco concorrenziale

 

Smembrata tra 5 società ma con la tutela dei 400mila risparmiatori che fino ad ora hanno versato per polizze e che dalla sera alla mattina hanno visto bloccati i riscatti.

La storia di Eurovita, da quanto si apprende, sembra davvero arrivata al capolinea con una nuova compagnia (appena costituita da Allianz, Generali, Intesa Vita, Poste e Unipol) che rileverà la società a una cifra simbolica per poi spacchettarla, ossia dividersi i clienti e le relative polizze in parti uguali.

Servirà qualche settimana perché questa operazione vada a buon fine ed è dunque prevedibile che il commissario straordinario Alessandro Santoliquido prolunghi per un tempo limitato il blocco dei riscatti che sarebbe dovuto terminare il 30 giugno, ma alla fine i risparmiatori dovrebbero essere tutelati. Ognuno di loro passerebbe infatti a una delle 5 big che si sono divise Eurovita e nel caso dei sottoscrittori che dovessero decidere di chiedere il riscatto delle polizze, l’accordo prevede che l’istituto che li ha venduti (non necessariamente compreso nel gruppo dei 5 che si sono divisi il pacchetto) si impegni a versare le cifre richieste tenendosi il contratto fino a scadenza. In cambio, dunque, avrebbe i benefici dell’eventuale rendimento e del rimborso del capitale.

“Dal punto di vista dei risparmiatori coinvolti la soluzione ci sembra convincente e siamo ottimisti che possa portare a un esito positiva” commenta al Salvagente Andrea Pusceddu, responsabile del settore assicurativo di Federconsumatori, associazione che fin dall’inizio ha seguito questa vicenda.

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“Certo – chiosa Pusceddu – si tratta dell’ennesimo segnale sintomatico di un mercato a concorrenzialità limitata. Pochi grandi gruppi che lasciano ancor meno spazio a realtà più piccole che avrebbero potuto rendere questo mercato più concorrenziale. A tutto vantaggio dei risparmiatori”.

 

Le tappe della crisi

Vale la pena ripercorrere le tappe che hanno portato a questa crisi.

Eurovita è finita al centro dell’attenzione dell’Ivass già da tempo perché non ha superato alcuni stress test a cui le compagnie vengono periodicamente sottoposte per valutare se siano in grado di far fronte a imprevisti o agli impegni assunti con le polizze sottoscritte. Queste prime problematiche erano state riscontrate già nel luglio 2021; pertanto nel 2022, la compagnia è stata sottoposta a ulteriori controlli che hanno rilevato le difficoltà di rispettare gli impegni assunti. Tra le cause, anche l’aumento dei tassi di inflazione. Molte polizze, infatti, prevedevano un’indicizzazione a questi tassi. A questo punto l’Istituto di vigilanza ha ritenuto di intraprendere provvedimenti cautelari, quali la sospensione dei riscatti.
Il primo provvedimento, che risale ai primi mesi del 2023 (e che scadeva il 31 marzo), intendeva “interrompere il deflusso di liquidità (la fuga di capitali, ndr) generato dalla corsa al riscatto dei risparmiatori, preoccupati per le notizie che iniziavano a trapelare. Il 29 marzo, il ministero delle Imprese e del made in Italy ha poi disposto l’amministrazione controllata della Compagnia, i cui organi amministrativi sono stati quindi esautorati; è stato nominato un commissario e Ivass contestualmente ha prorogato al 30 giugno la sospensione dei riscatti”. Un termine che sarà certamente allungato di qualche settimana.