Quali sono le proprietà, i benefici e le controindicazioni del tarassaco

tarassaco

Pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteracee, il tarassaco presenta proprietà depurative e diuretiche.

Il tarassaco (Taraxacum officinale) viene utilizzato per le sue innumerevoli proprietà, specie per favorire la digestione, regolare il flusso biliare e stimolare la diuresi. Viene considerata una pianta depurativa per eccellenza. Anche nella medicina tradizionale cinese, infatti, viene utilizzata come depurativa in grado di eliminare tossine, dissipare i noduli e per il tropismo gastrico ed epatico. Noto anche come “soffione” o “dente di leone”, il tarassaco è diffuso in tutte le zone ed altitudini, crescendo sia in climi temperati che freddi e fino ai 2000 m di altitudine. La famiglia di appartenenza (le Asteracee) è la stessa di numerose piante ornamentali, come margherita e gerbera, nonché di alcune verdure tipiche della cucina tradizionale italiana, come cicoria, carciofo e lattuga.

Principi attivi e valori nutrizionali

Il tarassaco contiene varie sostanze bioattive e principi attivi, distribuiti principalmente tra radici e foglie. Le foglie contengono in particolare flavonoidi, come la luteina, vitamine (specie A e C) e potassio, oltre che alcuni sali minerali antiossidanti. Le radici contengono invece fruttosio e inulina, mentre la pianta è ricca di triterpeni, sostanze in grado di stimolare le funzioni della bile.

100 g di tarassaco contengono 45 kcal, così distribuite:

  • 85,60 g di acqua
  • 2.70 g di proteine
  • 0.70 g di lipidi, fra cui 0.170 g di acidi grassi saturi, 0.014 g di acidi grassi monoinsaturi e 0.306 g di grassi polinsaturi
  • 9.20 g di carboidrati, di cui 3.5 g di fibre e 0.71 g di zuccheri
  • 10.161 Ui di vitamina A
  • 35 mg di vitamina C
  • 3.44 mg di vitamina E
  • 0.806 mg di niacina
  • 0.251 mg di vitamina B6
  • 0.260 mg di riboflavina
  • 0.190 mg di tiamina
  • 0,084 mg di acido pantotenico
  • 778,4 µg di vitamina K
  • 27 µg di folati
  • 397 mg di potassio
  • 187 mg di calcio
  • 76 mg di sodio
  • 66 mg di fosforo
  • 36 mg di magnesio
  • 3,10 mg di ferro
  • 0,342 mg di manganese
  • 0,41 mg di zinco

Il tarassaco è anche fonte di alfa e beta carotene, beta-criptoxaintina, luteina, zeaxantina, tarassicina e tarassacerina.

Proprietà e benefici

I benefici del Taraxacum sono connessi principalmente a disturbi di tipo digestivo, specie se lievi, che includono sensazione di pienezza, digestione lenta, inappetenza e flatulenza. La parte più ricca di virtù terapeutiche sono sicuramente le radici, che contengono tarasserolo, steroli, vitamine e inulina, oltre che sali minerali. Nella tradizione contadina, la pianta era nota con il termine di “pisciacane”, appellativo che suggerisce le sue importanti proprietà diuretiche. Di tali proprietà sono responsabili i flavonoidi e i sali di potassio, che favoriscono appunto l’eliminazione dei liquidi in eccesso stimolando la diuresi. L’assunzione è particolarmente indicata, quindi, in caso di lievi infiammazioni del tratto urinario e come adiuvante nei disturbi urinari minori.

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In caso di problemi digestivi, può essere molto utile assumere la radice essiccata in dosi di 3-4 g in decozione o 4-10 g in infusione, fino a tre volte al giorno. In alternativa si possono assumere compresse rivestite che contengano 300 mg di estratto secco, una o due volte al giorno. Per sfruttare l’azione diuretica, invece, si consiglia l’assunzione della radice in infusione o decozione da sola o con altre erbe. La tintura madre va invece assunta dopo i pasti principali, in un dosaggio di 35 gocce. Gli effetti principali della pianta potrebbero essere così sintetizzati:

  • effetti sul fegato e sulla bile: può stimolare la funzionalità biliare e depurare il fegato. I principi svolgono anche azione antinfiammatoria e disintossicante sul fegato, favorendo l’eliminazione delle scorie e le secrezioni gastroenteriche;
  • azione diuretica: aiuta a liberare i reni dalle tossine, in virtù dell’elevato contenuto di potassio e flavonoidi che lo rendono un coadiuvante perfetto nella cura della ritenzione idrica, della cellulite e dell’ipertensione;
  • favorisce la digestione: si raccomanda l’utilizzo specie in caso di eccessi alimentari oltre che l’assunzione prolungata in alcuni periodi dell’anno;
  • contrasta l’invecchiamento della pelle: essendo ricco di vitamine, minerali e oligoelementi, si tratta probabilmente di una delle piante con la maggior azione contro i radicali liberi. Il suo alto contenuto in provitamine A, inoltre, permette di mantenere la pelle elastica e giovane nel tempo;
  • effetti lassativi, che però si manifestano soltanto a dosi molto elevate;
  • agisce come probiotico: contribuisce infatti al benessere della flora batterica positiva (Lactobacillus e Bifidus);
  • tonico e stimolante dell’appetito;
  • Azione antitumorale: alcuni studi, come quello di X., He, X., Zhou, Y., Zhao, H., Zheng, W., Jiang, S., Zhou, Q., Li, P., & Han, S. (2017).Taraxacum mongolicum extract induced endoplasmic reticulum stress associated-apoptosis in triple-negative breast cancer cells.Journal of Ethnopharmacology,206, 55-64 sembrano dimostrare che l’estratto acquoso fermentato di Taraxacum officinale mostri effetti preventivi. Essendo fonte di antiossidanti, ha quindi un’azione antitumorale protettiva nei confronti specialmente di pelle e occhi;

La medicina popolare consiglia di impiegare la pianta come cura contro i reumatismi, la gotta e la formazione di calcoli alla cistifellea, oltre che per combattere la stitichezza cronica. Tradizionalmente è stato utilizzato anche per alleviare i fastidi associati a ustioni e punture, inclusa quella dell’ortica.

Controindicazioni e avvertenze

Nonostante sia considerato come un prodotto sicuro, che non presenta effetti collaterali gravi, in alcuni soggetti predisposti l’assunzione può provocare reazioni allergiche. Il consumo è sconsigliato anche in caso di:

  • ostruzione dei dotti biliari;
  • calcoli biliari;
  • gastrite, ulcera, reflusso gastrico: dato che facilità l’acidità di stomaco, il tarassaco potrebbe creare disturbi dell’apparato digerente in persone con tali patologie;
  • patologie dell’apparato cardiaco e renale: essendo presente un’elevata quantità di potassio, può rappresentare un problema per chi soffre di tali patologie;
  • malattie a carico del fegato;
  • ulcera peptica;
  • iperkaliemia (cioè alti livelli di potassio nel sangue);
  • assunzione di farmaci diuretici: essendo infatti particolarmente ricca di potassio, la pianta combinata con diuretici potrebbe causare un aumento dei livelli di potassio nel sangue.

Non si dovrebbe poi somministrare tarassaco in concomitanza con terapie che possono determinare iperkaliemia, tra cui beta-bloccanti, Fans, Ace-inibitori e nei pazienti che assumono terapie con litio. Dovrebbe essere evitata l’assunzione anche in concomitanza di terapie antibiotiche con farmaci a base di ciprofloxacina, levofloxacina e moxifloxacina, perché il tarassaco potrebbe ridurre l’assorbimento di questi principi attivi e diminuirne l’efficacia. Può interferire anche con l’efficacia di alcuni farmaci per il fegato, aumentandone i livelli ematici. Si dovrebbe inoltre prestare attenzione anche qualora si soffra di disturbi alla tiroide, evitando di non eccedere con il consumo. La dose consigliata è di non più di 3 tazze al giorno con 5 g in 250 ml di acqua, specie nel caso della tiroidite di Hoshimoto. Alcuni studi, comunque, evidenziano che alle dosi corrette il tarassaco è in grado di regolarizzare la sintomatologia tipica di questi problemi endocrini, come stitichezza, irregolarità intestinale e dolori articolari.

L’uso è inoltre sconsigliato in bambini con età inferiore ai 12 anni.

Come utilizzare le foglie

La pianta cresce spontaneamente in natura ed è semplice da riconoscere. Le foglie sono infatti semplici, oblunghe, lanceolate e lobate, con margine dentato prive di stipole. Il gambo è uno scapo cavo, glabro e lattiginoso, che all’apice porta un’infiorescenza giallo-dorata, detta capolino. Il fiore è invece conosciuto con il nome di dente di leone, ed è formato da due file di brattee membranose, piegate e con funzione di calice. I frutti sono invece acheni, provvisti del caratteristico pappo. Le foglie sono facilmente reperibili in erboristeria ma possono essere raccolte anche in natura. Una volta che siano state lavate, asciugate ed essiccate, è possibile utilizzare per preparare infusi. Una tisana a base di tarassaco si prepara con 5-10 g di foglie in infusione in acqua bollente per 10 minuti e si consuma da una a tre volte al giorno. Le foglie fresche possono essere consumate anche come alimento.

Come si mangia il tarassaco

Della pianta possono essere consumate foglie, boccioli, capolini aperti e radice. Le foglie andrebbero raccolte prima della fioritura e possono essere consumate crude o cotte, da sole o con altre erbe. Hanno un sapore amaro ma gradevole, per cui sono ottime per insalate o aggiunte a frittate, torte salate o ripieni. Per cuocere le foglie è sufficiente lessarle per pochi minuti in acqua salata; eventualmente, in un momento successivo, possono essere ripassate in padella con aglio e olio. I boccioli vengono consumati crudi, generalmente in insalate, o leggermente scottati in acqua o conservati sott’aceto. I fiori aperti, invece, vengono utilizzati spesso per decorare insalate o preparare uno sciroppo noto come “miele di tarassaco”. La radice può essere consumata cruda, cotta al forno o lessata, anche se molto amara. Con la radice è possibile anche preparare il caffè, un’alternativa al tradizionale o a quello d’orzo o di cicoria.

Usi in erboristeria

In erboristeria viene utilizzata tutta la pianta, radice e parti aeree, dato che contengono flavonoidi, minerali, acidi fenolici, sostanze amare e lattoni sesquiterpenici. Le radici sono anche ricche di fruttosio e inulina; tali sostanze, ma specialmente i principi amari, sono responsabili delle innumerevoli proprietà della pianta, in grado di migliorare l’attività del fegato e la digestione. Il suo uso era noto già in antichità; di fatto, nel Medioevo, gli venivano già attribuite proprietà curative per il fegato. Fu poi il naturalista Bock che nel 1546 gli attribuì un potere diuretico; un farmacista tedesco, successivamente, stabilì che il tarassaco aveva importati capacità vulnerarie.

Per usufruire delle sue proprietà benefiche, lo si può assumere principalmente in tre modalità:

  • in compresse: i principi attivi di questa pianta sono infatti efficaci anche se viene assunto sotto forma di capsule e compresse;
  • come tisana e decotto: per sfruttare la sua azione depurativa, se ne utilizzano le foglie sia fresche che essiccate per preparare decotti o tisane, che favoriscono l’eliminazione di tossine, combattono la stitichezza e controllano il colesterolo. Quest’opzione è particolarmente indicata in caso di calcoli renali e per stimolare l’attività biliare e del fegato;
  • come tintura madre, assunta in poca acqua dopo i pasti principali.

Alcune ricette: la frittata al tarassaco e le frittelle di fiori

Per preparare una frittata a base di tarassaco occorrono circa 500 g di foglie di tarassaco, 100 g di pancetta e 1 uovo a persona. Per prima cosa bisognerà sminuzzare la pancetta e passarla in padella, per poi sbollentare le foglie di tarassaco. Una volta tolte dall’acqua, dovranno essere passate nel tritatutto e si potrà aggiungere la crema ottenuta alla pancetta. Le uova vanno battute a parte con il sale, per poi essere unite agli altri ingredienti. A questo punto si potrà cuocere e gustare un’ottima frittata!

Altra ricetta gustosa sono le frittelle preparate utilizzando i fiori. Si avrà bisogno di:

  • 4 tazze di fiori già sbocciati
  • 100 g di farina 00
  • 1 tuorlo
  • 2 albumi
  • 1 bicchiere di brandy
  • 1 cucchiaio di zucchero

Si dovrà per prima cosa preparare una pastella mescolando la farina setacciata con vino, brandy, zucchero, un pizzico di sale e gli albumi montati a neve. I fiori, lavati e asciugati delicatamente con uno strofinaccio, dovranno poi essere immersi nella pastella. Si potrà quindi procedere con la frittura; le frittelle potranno essere anche accompagnate da un’insalata di tarassaco.

Curiosità: cosa simboleggia il fiore

Il dente di leone ha un significato tutto peculiare, dal momento che simboleggia il ciclo della vita a causa della sua notevole capacità di moltiplicarsi. I fiori, di colore giallo, simboleggiano anche gioia e felicità. Tra le altre cose è anche un simbolo del sole, della luna e della loro infinita connessione: il giallo del fiore simboleggia infatti il sole; il soffione, invece, di semi bianchi, rappresenta la luna. Una delle più comuni credenze è che soffiare sul soffione possa esaudire i desideri… perché non provare?