Prevenire e curare la dermatite da pannolino nei bambini

DERMATITE DA PANNOLINO

La dermatite da pannolino dipende anche dai comportamenti, dalle pratiche igieniche, dalla scelta dei materiali, compreso l’abbigliamento. Ecco come curare e prevenire le singole tipologie di malattie della pelle nel neonato.

 

La dermatite da pannolino è un problema frequente nei primissimi mesi di vita del bambino. La dottoressa Maya El Hachem dell’Unità Operativa di Dermatologia Ospedale Bambino Gesù fornisce alcuni consigli per prevenirne la comparsa e curarla in modo adeguato.

Per la prevenzione e la terapia più efficace è importante distinguere le tipologie di dermatiti. Quella più comune è detta irritativa, e di solito si manifesta sugli organi genitali sia maschili che femminili. La causa più frequente è il contatto con le urine e con le feci.

Oltre ai rischi, queste condizioni sono tra le più frequenti fonti di preoccupazione per i genitori. Spesso si risolvono facilmente con la terapia appropriata, anche se, in alcuni casi, è opportuno che il bambino sia sottoposto a visita specialistica, perché appunto possono essere, raramente, la spia di malattie generalizzate (cutanee o sistemiche) più importanti.

Come fare prevenzione

L’esperta ricorda che esiste un termine preciso; è più corretto parlare di dermatiti dell’area del pannolino. Le cause di questi fastidi sono molteplici e possono interessare tutte le zone cutanee dove è poggiato il pannolino, incluse le pieghe.

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Tra le più frequenti, si riscontrano le seguenti tipologie:

  • Semplice dermatite irritativa;
  • Dermatite seborroica;
  • Infezioni da candida;
  • Psoriasi;
  • Dermatite da contatto.

Più raramente può costituire la manifestazione clinica di una acrodermatite enteropatica o di una istiocitosi a cellule di Langerhans.

 

Cosa fare in caso di dermatite irritativa

Si manifesta a carico della cute dove è poggiato il pannolino. Di solito compare quando il lattante è in grado di mantenere la posizione seduta, ossia dopo il quinto mese di vita. Le cause sono lo sfregamento diretto del pannolino sulla pelle, a volte favorito dalla sudorazione e dalla macerazione anche per il ristagno di urine.

In questi casi bisogna:

  • Lavare ripetutamente le zone più colpite con acqua tiepida e detergenti delicati e cambiare spesso il pannolino;
  • Applicare creme e medicamenti consigliati dal pediatra evitando l’impiego dei cortisonici locali.

 

Cosa fare in caso di dermatite atopica

In alcune situazioni i microrganismi responsabili possono avere una particolare aggressività che può portare allo sviluppo di lesioni anche ulcerate e profonde, causando una forma più erosiva con o senza sovrainfezione. È più frequente e ricorrente nei bambini con dermatite atopica, una malattia benigna cronica che si manifesta di solito nei primi mesi di vita in circa il 20-30% dei bambini.

Si presenta più frequentemente in bambini con familiarità per malattie allergiche tipo asma, eczema o rinocongiuntivite allergica. È cronica ma non infettiva.

Questa forma va gestita, più che curata. L’azione prevede sempre una terapia dermatologica adeguata e l’allontanamento delle cause scatenanti, se presenti. La terapia non risolve il problema alla radice, ma serve solo per alleviare i sintomi e prevenire le complicanze.

Viene tratta con:

  • Prodotti topici (per uso locale, sulla pelle);
  • Applicazioni farmacologiche e cosmetiche (detergenti, creme emollienti);
  • Farmaci più complessi in casi eccezionali (corticosteroidi, immunomodulatori e/o biologici). Questi medicinali vanno sempre usati in modo adeguato, sotto sorveglianza dello specialista che li ha prescritti (pediatra, dermatologo o allergologo).

 

Come curare la candidiasi

Questa condizione viene suddivisa in forma primitiva o secondaria. La forma primitiva costituisce generalmente la complicanza di una candidosi intestinale. Quella secondaria si sovrappone ad una dermatite irritativa, seborroica o psoriasica dell’area del pannolino.

Si riconosce per la presenza di placche arrossate, localizzate all’inguine o intorno all’ano, con intorno papule o pustole molto caratteristiche.

La candida nei bambini può essere:

  • Cutanea congenita (dovuta all’infezione materna con candidosi congenita in utero);
  • Neonatale (Acquisita dal feto durante il passaggio nel canale del parto);
  • Della regione ano-genitale;
  • Orale o mughetto;
  • Muco-cutanee croniche (forma associata a stati di immunodeficienza).

 

Per questa particolare forma di dermatite ai genitori si raccomanda di:

  • Cambiare spesso il pannolino smaltendolo correttamente;
  • Asciugare bene le zone intorno ai genitali, evitando di lasciarle umide;
  • Rimuovere i residui di feci evitando che entrino in contatto con la zona anteriore dei genitali;
  • Lavarsi accuratamente le mani dopo il cambio del pannolino.

 

Cosa fare in caso di psoriasi da pannolino

Questa tipologia compare generalmente dopo il terzo mese di vita nella regione del pannolino e in particolare sulle pieghe. La pelle appare arrossata, lucida e spesso vi è interessamento anche dell’ombelico.

Talvolta si associa a pitting ungueale (picchiettatura a ditale da cucito: segno clinico caratteristico della psoriasi). Le squame tipiche sono assenti in queste sedi.

In questi casi la diagnosi risulta particolarmente difficile poiché viene facilmente confusa con la infezione da candida, la dermatite seborroica e la dermatite irritativa. Per tale motivo, è importante la storia familiare, seguire l’evoluzione del quadro e l’eventuale comparsa di nuove lesioni per poter somministrare una terapia mirata.

E in caso di allergia?

La forma allergica da contatto è in aumento e si manifesta con la presenza di arrossamento, gonfiore e comparsa di piccole vescicole o di aree umide sulle regioni laterali dei glutei e delle anche. In genere si tratta di sensibilizzazioni della pelle del bambino alle nuove gomme e alle resine utilizzate nella fabbricazione dei pannolini monouso, o ancora ai prodotti che vengono applicati sulla cute.

Oltre al monitoraggio pediatrico, in questa situazione è fondamentale evitare il contatto con qualsiasi cosmetico che contenga sostanze irritanti, allergeniche o potenzialmente tossiche, come alcol, profumi, oli essenziali, conservanti. Bisognerebbe evitare anche i talchi, poiché favoriscono la proliferazione batterica.

I genitori dovrebbero inoltre lasciare il più possibile all’aria le zone interessate, soprattutto in estate.  all’aria, una pratica che può essere facilmente adottata in estate.

 

Come affrontare la dermatite seborroica

Altrettanto insidiosa è la variante seborroica, perché in base all’età in cui si manifesta è possibile che si presenti con quadri clinici differenti.

Nel lattante può presentarsi con lesioni arrossate localizzate alle pieghe delle ascelle, dell’inguine e del collo. I sintomi si evolvono “a ondate”, andando sempre incontro a guarigione spontanea, senza lasciare esiti. Ma in pochi casi, quando le manifestazioni eritemato-desquamative si localizzano su tutta la pelle (eritrodermia di Leiner-Moussous), le condizioni generali del lattante posso compromettersi e quindi necessitare un attento controllo medico.

La terapia viene di solito personalizzata in base all’età del bambino. Nel lattante non è sempre necessario ricorrere ai farmaci, perché le lesioni cutanee vanno incontro alla guarigione spontanea di solito entro il terzo mese di vita.

È possibile però prevenirla, con pratiche e comportamenti sani, utilizzando:

  • Emollienti con o senza effetto antinfiammatorio come l’olio di mandorle dolci;
  • Norme igieniche di detersione e idratazione adeguate all’età e al tipo di pelle del bambino.

 

Come scegliere i prodotti

Il trattamento deve essere indicato da un pediatra o medico specialista. Questa fase è delicata per un genitore in quanto le cure variano in funzione del tipo di lesioni. Inoltre, il bambino può presentare contemporaneamente lesioni eritematose (rosse), essudanti (umide) o secche e il genitore deve perciò sapere quale prodotto applicare su ognuna di queste.

Solo il corretto utilizzo della terapia permette di accelerare la guarigione, di ridurre l’intensità e la frequenza delle ricadute e di prevenire gli effetti collaterali. Pertanto, l’educazione terapeutica deve essere parte integrante del trattamento.

 

I farmaci sono sempre consigliati?

L’uso dei corticosteroidi topici (locali) nelle pieghe è quasi sempre sconsigliato poiché non trovano una reale indicazione nelle malattie frequentemente riscontrate nell’area del pannolino. Il più delle volte provocano un immediato miglioramento perché riducono l’infiammazione, ma altrettanto rapidamente la dermatite tende a ripresentarsi al momento della loro sospensione. Le controindicazioni sono numerose, poiché in questa regione è molto facile una sovrainfezione; l’applicazione del cortisone aumenta ulteriormente tale rischio.

 

Le pomate fanno sempre bene?

L’applicazione ripetuta delle pomate cortisoniche in una sede praticamente “sigillata” dal pannolino (in gergo dermatologico si parla di “occlusione” che favorisce l’assorbimento), può portare a maggior assorbimento del cortisone e alla comparsa di noduli rilevati (granuloma gluteale infantum) anche di grosse dimensioni che impongono l’immediata interruzione del trattamento.

 

Cosa fare in generale

Alcune pratiche sono utili per la prevenzione, e consistono in azioni e comportamenti da adottare, quali:

  • Lavare ripetutamente la zona con acqua tiepida e detergenti delicati non necessariamente antisettici;
  • Cambiare spesso il pannolino;
  • Non applicare frequentemente e soprattutto non eccedere con la quantità di creme o paste all’ossido di zinco;
  • Non considerare ogni irritazione dell’area da pannolino come infezione (occorre l’occhio di un esperto);
  • Evitare l’impiego dei cortisonici topici, specialmente autoprescritti, per uso protratto o intermittente e prolungato nel tempo.

Anche il modo di cambiare il pannolino è importante

Quando nasce un bambino” è un documento diffuso dal ministero della Salute contenente alcune linee guida per i genitori. Gli esperti sostengono che la salute dipende anche dal pannolino, quindi dall’abbigliamento.

Intanto i pediatri sfatano alcuni miti ancora diffusi:

  • È un errore credere che un bambino “imbacuccato” sia protetto da raffreddamento o che incorra meno facilmente in infezioni virali;
  • In estate, inoltre, le tutine e i body trattengono molto caldo, e già il pannolino scalda molto, perciò bisognerebbe utilizzare vestitini o camicini larghi, possibilmente di cotone o lino (i materiali sintetici possono provocare allergie), legati solo al collo.

 

Per la prevenzione delle dermatiti e più in generale per la sicurezza del neonato, è importante:

  • Vestire e svestire il bambino adagiandolo sempre su un piano, non lasciandolo mai solo, anche quando ci si allontana solo di mezzo metro e per pochi secondi, perché i bambini si muovono rapidamente e imprevedibilmente e potrebbero cadere;
  • Utilizzare indumenti e biancheria sempre lavati a parte, con sapone neutro;
  • Scegliere indumenti semplici, morbidi e, preferibilmente di fibre naturali: cotone, lino, canapa, seta, lana;
  • Evitare nastri, cordoncini e pizzi nei quali possono rimanere impigliate le dita;
  • Controllare che i bottoni e le cuciture non irritino la pelle del bambino, particolarmente sotto le ascelle.

Come cambiare il pannolino

Nei primi giorni dopo la nascita il bambino viene generalmente cambiato e lavato molto spesso, in rapporto alla frequenza dei suoi bisogni. Non è importante solo la qualità del pannolino, ma come viene cambiato e come si effettua l’igiene intima.

Tolto il pannolino, il bambino può essere lavato con acqua nel lavandino del bagno, tenendolo in braccio a pancia in giù e ben appoggiato sul braccio di sostegno, mentre viene deterso con l’altra mano utilizzando sapone o altro detergente.

Può essere risciacquato direttamente sotto il rubinetto verificando prima che l’acqua corrente sia tiepida.

Per quanto riguarda le bambine, per evitare che eventuali fonti d’infezione passino dall’ano alla vagina, sarà opportuno lavarle e asciugarle procedendo dal davanti al dietro.

La scelta di preferire l’uso di salviettine predisposte per la pulizia del bambino al momento del cambio di pannolino è lasciata ai genitori, anche se il consiglio generale è limitarsi alle occasioni in cui non sia possibile l’uso della sola acqua. L’offerta del commercio è ampia, ma andrebbero privilegiati i prodotti che non contengono essenze profumate, ma solo emulsioni leggere che non ungono la cute e quelli senza conservanti sospetti come il fenossietanolo. In tal caso si raccomandano comunque lavaggi giornalieri, con l’utilizzo di detergenti a basso grado di acidità.

Nelle bambine, nel corso delle prime settimane dopo la nascita, possono essere frequenti delle secrezioni vaginali, ma non è assolutamente opportuno tentare di rimuoverle dall’interno. Esse sono la conseguenza dell’effetto, sulla mucosa del neonato, di ormoni materni ricevuti attraverso la placenta nel corso della gravidanza, ma nel volgere di 15-20 giorni esauriscono i loro effetti.

Nei maschietti il prepuzio è spesso aderente al glande, ma nelle delicate manovre di detersione del pene non è opportuno cercare di scoprire del tutto il glande con manovre di stiramento verso il dietro del prepuzio.

Come dev’essere il pannolino

Il pannolino non deve mai essere troppo aderente, ma di misura adatta e posizionato con gli adesivi davanti.

Nei maschietti ancora in attesa del distacco del cordone ombelicale, nel pannolino il pene dovrebbe essere rivolto verso il basso, nel tentativo di evitare che, facendo la pipì, il piccolo bagni il cordone ombelicale.

Di fronte a banali arrossamenti del sederino è spesso sufficiente, se le condizioni ambientali lo consentono, detergere e asciugare delicatamente la parte e lasciarla esposta alla circolazione d’aria attraverso l’impiego di un pannolino applicato in modo ampio e molto largo, oppure ponendo per qualche ora il piccolo a pancia in giù adagiato su un pannolino “aperto” per raccogliere la pipì.

Pannolini lavabili: una soluzione ecosostenibile

Da un po’ di anni sono disponibili sul mercato dei kit di pannolini lavabili, generalmente composti di cotone, o altri tessuti lavabili e riutilizzabili. L’utilizzo di queste soluzioni mirerebbe a ridurre la produzione di rifiuti legati ai pannolini, difficili da smaltire e largamente consumati a cominciare dagli anni ’70 del Novecento.

Esistono diverse tipologie di pannolini lavabili, con vantaggi anche per la salute della pelle. Qui una guida per orientarsi in questo complesso mercato e come evitare la formaldeide.