Candida, il fungo sempre più resistente ai farmaci

CANDIDA

La candida si sta diffondendo anche a causa del riscaldamento globale. Grazie alla resistenza agli antibiotici e a quella crescente anche agli antimicotici questo fungo sta diventando un problema sempre più diffuso e persistente. Ecco come riconoscerla, curarla e prevenirla.

 

Si stima che due terzi circa delle donne in età fertile abbiano avuto almeno un episodio di candidosi nella vita. La candidosi è molto diffusa perché è una condizione patogena causata dalla candida albicans, un fungo presente nelle mucose genitali. L’infezione da candida provoca appunto la candidosi o candidiasi. Si tratta quindi di una micosi (una infezione fungina) che in determinate condizioni si scatena a causa della presenza di questo abitatore abituale. Di conseguenza sono numerosi i trattamenti che il marketing propone contro la candida. Ma il vero nemico della candida è rappresentato dagli antibiotici. E si può prevenire con l’alimentazione e comportamenti sani.

 

Candida e infezioni fungine: l’allarme dell’Oms

Nel 2022 l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha diffuso il primo report sugli agenti patogeni fungini. Un documento dal titolo “WHO fungal priority pathogens list to guide research, development and public health action”. Questo studio rappresenta il primo sforzo globale per dare una “priorità sistematica” a quella che l’Oms definisce “grave minaccia per la salute pubblica causata dai funghi patogeni”. La candida è solo una delle tante micosi tra le più diffuse.

Gli agenti patogeni fungini rappresentano un serio pericolo per la salute pubblica per i seguenti motivi:

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  • Stanno diventando sempre più comuni e resistenti alle uniche quattro classi di farmaci antimicotici disponibili e con lo svilupparsi delle resistenze cresce il rischio di forme invasive anche nella popolazione generale;
  • Ci sono pochi farmaci antimicotici candidati alla fase di sperimentazione clinica;
  • La maggior parte delle infezioni da funghi non dispone di una diagnostica rapida e sensibile e quelle esistenti non sono disponibili a livello globale;
  • Le forme invasive delle infezioni micotiche colpiscono spesso pazienti gravemente malati e quelli con significativa compromissione del sistema immunitario;
  • Prove emergenti mostrano come le malattie fungine si stanno espandendo in tutto il mondo a causa del riscaldamento globale, aumento dei viaggi e del commercio internazionale.

Il rapporto elenca i 19 funghi che minacciano maggiormente la salute pubblica, con lo scopo di focalizzare e guidare ulteriori ricerche e interventi per rafforzare la risposta globale alle infezioni fungine e alla resistenza antimicotica.

 

I funghi patogeni più pericolosi

Il Cryptococcus neoformans, la Candida auris, l’Aspergillus fumigatus e la Candida albicans rientrano tra i funghi patogeni della categoria priorità critica.

La categoria di priorità alta comprende i seguenti patogeni: Nakaseomyces glabrata (Candida glabrata), Histoplasma spp., agenti causali di micetoma, Mucorales, Fusarium spp., Candida tropicalis e Candida parapsilosis.

 

Il problema degli antibiotici (e non solo)

Come è noto con il termine di resistenza agli antimicrobici si intende la capacità dei microrganismi di sopravvivere o crescere in presenza di un agente antimicrobico. Il fenomeno, quindi, riguarda non soltanto gli antibiotici, ma anche gli antivirali, gli antiprotozoari e gli antimicotici.

A differenza di quanto accade con i batteri e la resistenza antibiotica, le infezioni da funghi ricevono poca attenzione e l’investimento di scarse risorse. Sono, infatti, esigui i dati di qualità sull’epidemiologia e sui modelli di resistenza antimicotica; questo rende difficile stimare il loro carico esatto e non favorisce una risposta efficace.

Il rapporto Oms sottolinea la necessità di strategie che mirano a generare prove e migliorare la risposta, in particolare:

  • Rafforzare la capacità e la sorveglianza del laboratorio;
  • Sostenere gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione;
  • Potenziare gli interventi di salute pubblica per la prevenzione e il controllo delle infezioni micotiche attraverso un approccio One Health.

 

Quali sono le cause della candida?

Gli esperti dell’Irccs Humanitas ribadiscono che la candida albicans è normalmente presente all’interno dell’organismo e, di norma, non genera alcun fastidio. Tuttavia, in determinate circostanze può proliferare e manifestarsi con sintomi fastidiosi. Questo avviene, per esempio, dopo una terapia antibiotica, oppure nei soggetti immunodepressi, nelle donne diabetiche, in gravidanza o talvolta nelle donne che utilizzano i contraccettivi orali.

Quindi la candida si può trasmettere sessualmente, ma può insorgere indipendente dai rapporti sessuali.

 

La candida colpisce anche gli uomini

Le infezioni da candida possono colpire sia le donne (nella vagina), sia gli uomini (nel pene, nella cute e nella mucosa della bocca).

 

Chi colpisce la candida

I soggetti maggiormente interessati da candidosi sono:

  • Gli immunodepressi (con deficit nel sistema immunitario);
  • Coloro che, per qualsiasi causa, sono in cura con terapia antibiotica;
  • Pazienti oncologici sottoposti a trattamenti di chemioterapia o a radioterapia;
  • Donne in menopausa;
  • Donne in gravidanza (in questo caso la variazione ormonale favorisce la replicazione della candida);
  • Bambine/adolescenti che non hanno ancora avuto il menarca (la prima mestruazione);
  • Diabetici;
  • Utilizzatrici di lavande vaginali a pH neutro o alcalino;
  • Persone che presentano condizione di stress.

 

Come si riconosce la candida?

La candidosi si manifesta attraverso dei sintomi.

I sintomi della candida nelle donne

Nelle donne si presenta tipicamente con arrossamento delle mucose genitali, perdite bianche “tipo ricotta” e prurito. Possono inoltre esserci dolore durante i rapporti sessuali e bruciore alla minzione, in quanto l’urina percorre i tratti di mucosa infiammata.

La candidosi nella donna può manifestare:

  • Dolore
  • Prurito
  • Rossore
  • Perdite vaginali torbide e di colore bianco
  • Dolore durante la minzione
  • Macchie bianche sulla pelle della zona vaginale
  • Fastidio durante l’attività sessuale

 

I sintomi della candida negli uomini

Gli uomini invece presentano un’eruzione cutanea con arrossamento al glande che talvolta può coinvolgere anche il prepuzio, con conseguente bruciore. Possono poi esserci perdite biancastre e materiale caseoso intorno al prepuzio. Spesso questi sintomi si manifestano dopo un rapporto sessuale.

La candidosi nell’uomo può manifestare:

  • Irritazione, bruciore o prurito sotto il prepuzio o sulla punta del pene
  • Arrossamento o chiazze rosse sotto il prepuzio o sulla punta del pene
  • Fimosi (difficoltà a retrarre il prepuzio)
  • Lesioni associate a secrezioni biancastre (possono manifestare cattivo odore)
  • Perdite sotto il prepuzio simili a ricotta
  • Fastidio durante l’attività sessuale
  • Rigonfiamento dei linfonodi inguinali

Le infezioni da candida possono colpire la pelle nelle zone dell’inguine, tra l’ano e i genitali, tra le dita, sui gomiti.

 

I sintomi nella bocca

Si definisce mughetto o candidosi orale quando l’infezione da candida colpisce la bocca. Si può riconoscere da chiari sintomi, quali dolore durante il pasto, mal di gola, bruciore buccale, alitosi, alterazione della percezione dei sapori, chiazze bianche sulla lingua dovute allo sbiancamento della flora batterica.

 

La candidosi orale può essere pericolosa?

Riconoscere i sintomi della candidosi orale e intervenire tempestivamente è fondamentale per evitare che l’infezione si estenda fino all’esofago con possibili conseguenti complicazioni, come infiammazioni croniche alle mucose e infezioni agli organi interni e al flusso sanguigno.

Stesse conseguenze si possono presentare in caso altre tipologie di candidosi non curate.

 

Come prevenire quella orale?

La candida orale può essere prevenuta con comportamenti sani e accortezze nell’alimentazione.

  • Curare l’igiene orale e quella di una eventuale protesi dentaria
  • Preferire una alimentazione sana e con limitato apporto di zuccheri (una alimentazione sregolata con cibi troppo dolci e scarsità di ferro, vitamina b12 e acido folico possono far proliferare la candida albicans nel cavo orale)
  • I pazienti immunodepressi (come pazienti in chemioterapia, radioterapia, anziani, affetti da Aids) dovrebbero sottoporsi a visite stomatologiche periodiche
  • Assumere fermenti durante una terapia antibiotica
  • L’utilizzo improprio o prolungato di antibiotici indebolisce il sistema immunitario
  • I pazienti diabetici dovrebbero mantenere sotto controllo la glicemia (questo perché l’iperglicemia porta a una maggior proliferazione fungina)
  • Carenza di saliva (rende la bocca più vulnerabile alle infezioni)

 

Come prevenirla

Il dottor Diego Riva, specialista in Ginecologia e Urologia dell’Istituto Clinico Villa Aprica, nel gruppo San Donato ha illustrato alcuni consigli utili per prevenire la candida.

  • Per preservare il pH vaginale, è sempre meglio preferire prodotti per l’igiene intima a pH acido.
  • Meglio non utilizzare detergenti profumati perché potrebbero danneggiare le difese naturali.
  • Evitare le lavande interne, che un tempo erano molto utilizzate: questo perché i disinfettanti anti-batterici che sono contenuti possono danneggiare la flora batterica ed esporre la persona a un rischio maggiore di contrarre infezioni e candidosi. Al momento danno sollievo ma, in realtà, l’effetto è l’opposto.
  • Al mare, soprattutto nelle donne, tenere il costume bagnato per troppo tempo può favorire l’insorgenza della candida. Meglio, dopo il bagno, cambiarlo con uno asciutto ed evitare il contatto diretto dei genitali con la sabbia.
  • No a indumenti o asciugamani usati da altri.

 

Perché non bisogna sottovalutare quella maschile

Il dottor Riva spiega che la candida maschile non andrebbe sottovalutata. Se da un lato la partner femminile si sottopone a vari trattamenti per curarla, dall’altro il partner maschile la ignora, creando il cosiddetto “effetto ping pong”, per cui il disturbo tende a risolversi solo per un breve periodo. Infatti, gli uomini con la candida vanno spesso incontro a recidive e può essere più contagioso.

Se lui è portatore di candida (e non si cura), sarà più probabile che, durante un rapporto, possa ritrasmetterla alla o al partner.

 

Come prevenire la candida maschile

Anche per gli uomini valgono gli stessi consigli preventivi:

  • Igiene personale e intima accurata
  • Corretta alimentazione (soprattutto per prevenire la candida orale)
  • Sospensione dei rapporti sessuali e corretto abbigliamento in caso di infezione (no a indumenti o asciugamani usati da altri)
  • Uso di preservativi senza lattice

 

Si può trasmettere con il sesso?

La candidosi si può manifestare anche in assenza di rapporti sessuali, ma la sua trasmissione al partner avviene per via sessuale. L’uso del preservativo durante i rapporti consente di evitarla. Nella prevenzione della candidosi gioca un ruolo importante anche una corretta igiene intima, utilizzando preferibilmente detergenti acidi. È consigliabile inoltre preferire biancheria di cotone ed evitare indumenti troppo stretti.

È inoltre consigliato assumere lattobacilli (fermenti lattici) per via vaginale e/o orale ogni volta che si deve effettuare una terapia antibiotica.

 

Come si cura

La dottoressa Serena Del Zoppo, ginecologa e specialista all’interno del percorso ginecologico del servizio My Check Up in Humanitas Mater Domini e ginecologa in Humanitas Medical Care ad Arese, ricorda che la candidosi prolifica più del consueto diventando sintomatica. Nel 4-5% dei casi inoltre la candida può trasformarsi in vaginite ricorrente cronica, cioè un’infezione che si ripresenta più di tre volte all’anno.

Ci sono delle condizioni dell’organismo che possono indurre lo sviluppo di candidosi, come per esempio l’immunodeficienza, l’assunzione di una terapia antibiotica, il diabete, la gravidanza oppure ancora l’utilizzo di contraccettivi orali.

Una volta diagnosticata (spesso con una semplice ispezione vaginale durante la visita ginecologica o con un tampone vaginale nelle donne o con un tampone uretrale negli uomini) la candida si può curare con dei farmaci antifungini, di tipo orale o locale (creme, ovuli e lavande). Prodotti topici contenenti lattobacilli aiutano inoltre a ripristinare una corretta flora batterica vaginale. Nel caso l’infezione interessi entrambi i partner è necessario che la cura interessi entrambi, per evitare l’effetto ping-pong.

La cura per la candida ha la funzione di bloccare l’infezione, ma non elimina la presenza del fungo dall’organismo, che è naturale.

Per questa ragione però non si può escludere che l’infezione si manifesti nuovamente.

 

I cibi per prevenirla

Il cibo può essere una “cura” preventiva efficace. In un’alimentazione sana e utile nella prevenzione della candidosi, non devono mancare alimenti come:

  • Frutta e verdura ricchi di antiossidanti (vitamina C ed E)
  • Alghe
  • Cibi ricchi in fibre come legumi e cereali integrali
  • Alimenti fermentati quali yogurt bianco magro, miso e kefir
  • Carne magra
  • Pesce
  • Uova
  • Olio d’oliva
  • Uno spicchio crudo di aglio al giorno, anche in una insalata

Bisogna limitare al massimo cibi grassi, zuccheri, bevande zuccherate, cioccolato, alimenti lievitati, formaggi stagionati, birre, aceto.

 

Curare l’igiene intima

Meglio i prodotti per l’igiene intima delicati e non profumati, con pH acido.

Preferire abiti e biancheria intima in tessuti con fibre naturali.

 

La candida auris che spaventa i medici

C’è un altro tipo di fungo resistente agli antibiotici che preoccupa la comunità scientifica nel mondo. È la candida auris, un’altra forma di candida emergente che non si riesce a curare e che sta proliferando nel mondo. La candida auris si conosce da poco più di 10 anni ma spaventa molto più di tante altre malattie.

Colpisce più gli uomini. È resistente alla maggior parte dei farmaci contro le infezioni fungine. Questo fungo è molto pericoloso per persone immunodepresse o con un sistema immunitario molto debole. Secondo gli esperti può uccidere in appena 3 mesi dall’infezione.

I primi focolai europei risalgono al 2015 in Francia, mentre in Italia il primo caso di infezione invasiva è stato identificato nel 2019 seguito da un focolaio nelle regioni settentrionali nel biennio 2020-2021. È ancora oggi oggetto di studio per prevenire futuri focolai o diffusione del contagio.