Caro-mutui, il fondo che congela la rata

MUTUI

In caso di perdita o sospensione del rapporto di lavoro o dell’attività economica si può attivare il sostegno gestito dalla Consap: rinviare fino a 18 mesi i pagamenti, contando anche sulla copertura del 50% degli interessi. Il nostro speciale in edicola

L’ennesimo aumento annunciato dalla Bce del costo del denaro aggreverà ancora di più il peso delle rate per chi ha un mutuo a tasso variabile rincarate nell’ultimo anno di circa il 60%. E se la presidente della Bce Christine Lagarde ha esortato le banche del Vecchio Continente a favorire la rinegoziazione dei mutui indicizzati, non sono poche le difficoltà riscontrate dai mutuatari italiani (il 14% dei quali ha un finanziamento ipotecario variabile).

Innanzitutto i paletti previsti dalla norma inserita nella legge di Bilancio dal governo Meloni per la rinegoziazione da variabile a fisso sono troppo rigidi e rischiano di escludere una bella fetta di mutuatari. Al di là di questa norma specifica poi la rinegoziazione non è mai vincolante per la banca. La surroga del mutuo è sempre possibile ma difficile di questi tempi trovare un’alternativa meno cara in un altro istituto. Come fare allora se non si riesce più a sopportare il peso degli aumenti?

Il Fondo Gasparrini

Chi è in difficoltà con il pagamento delle rate del mutuo e ha subito una riduzio- ne o una sospensione oppure la cessazione del rapporto di lavoro (ma anche dell’attività economica nel caso di lavoratori autonomi e liberi professionisti) può chiedere di congelare il pagamento mensile accedendo al Fondo di sospensione mutui per l’acquisto della prima casa, finanziato dal ministero dell’Economia e gestito dalla Consap. Nel nuovo numero in edicola (o in digitale, acquista qui) dedichiamo un approfondimento su queste tematiche.

Stiamo parlando del cosiddetto fondo Gasparrini istituito nel 2007 e modificato nel tempo (soprattutto durante il periodo del lockdown) che consente di sospendere fino a 18 mesi le rate del mutuo e di fatto di allungare il periodo di ammortamento. Nell’intervallo in cui le rate sono “congelate” il fondo provvede al pagamento del 50% della quota interesse mentre l’altra metà resta in capo al titolare del finanziamento.

In 10 anni, spiegano dall’Abi, sono stati “sospesi” 262.900 mutui per un controvalore in debito residuo pari a 25,8 miliardi di euro. Durante il lockdown del 2020 sono state presentate circa 71mila richieste di accesso al fondo da parte di chi ha avuto problemi con il lavoro e di questi 66mila erano lavoratori autonomi.

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Chi può richiederlo

L’accesso al beneficio può essere richiesto presentando una domanda alla banca (la quale poi la trasmetterà alla Consap) con la quale è stato acceso il finanziamento nel caso di:

  • sospensione dal lavoro o riduzione dell’orario di lavoro per almeno 30 giorni;
  • cessazione del lavoro subordinato a tempo determinato o indeterminato;
  • cessazione del rapporto di lavoro parasubor- dinato (i cosiddetti contratti atipici);
  • calo del 30% del fatturato per i lavoratori autonomi e liberi professionisti che hanno tempo fino al 31 dicembre 2023 per presen- tare la domanda;
  • morte, riconoscimento di grave handicap o di invalidità civile non inferiore all’80%;
  • problemi economici legati al posto di lavoro di almeno il 10% dei soci delle cooperative edilizie a proprietà indivisa.

    Fino a 400mila euro e senza Isee

    In origine l’accesso al fondo prevedeva anche un requisito Isee inferiore a 30mila euro, abolito però durante la pandemia: ora quindi non è richiesto nessun limite reddituale per presentare la domanda. Alla sospensione delle rate sono ammessi i mutui di importo originario fino a 400mila euro: la legge di Bilancio 2023 ha alzato l’asticella che prima si fermava a 250mila.

    Tra le altre caratteristiche che si devono rispettare, i mutui devono essere in ammortamento da almeno un anno e non godere di agevolazioni pubbliche o polizze assicurative che coprono le rate sospese per gli eventi previsti dalla misura. Vengono inclusi anche i mutui con un ritardo nei pagamenti, purché non superiore a 90 giorni consecutivi al momento della pre- sentazione della domanda, e per i quali non sia intervenuta la decadenza dal beneficio del termine o la risoluzione del contratto stesso, anche tramite notifica dell’atto di precetto, o non sia stata avviata da terzi una procedura esecutiva sull’immobile ipotecato.

    Tra le novità introdotte dal nuovo governo è previsto che anche i mutui agevolati per l’acquisto della prima casa da parte dei giovani, possono accedere al fondo Gasparrini. Inoltre da gennaio 2023 non si tiene conto delle sospensioni già concesse su mutui per i quali, all’atto della presentazione dell’istanza, sia ripreso, per almeno tre mesi, il regolare ammortamento delle rate di mutuo: anche questi beneficiari in altre parole potranno contare sul massimo della dilazione di 18 mesi.

    Coperti il 50% degli interessi

    È bene chiarire che la sospensione delle rate produce uno spostamento in avanti del periodo di ammortamento: in altre parole non si “cancella- no” ma il rimborso del debito viene allungato nel tempo. Se ad esempio vengono accordati 18 mesi di sospensione a un mutuo che scade nel gennaio 2030, la nuova data di scadenza diventerà il giugno 2032. La sospensione del pagamento delle rate può essere richiesta per non più di due volte e per un periodo massimo complessivo non superiore a diciotto mesi nel corso del contratto di mutuo.
    Il 50% degli interessi della rata “sospesa” viene sostenuto dal fondo, mentre l’altra metà che matura durante il periodo di sospensione si calcola solo sulla parte capitale residua del mutuo e si aggiungerà al totale complessivo da pagare, senza produzione di interessi su altri interessi. In altre parole il 50% degli interessi non “pagato” dal fondo Consap verrà sommato al residuo da rimborsare alla banca.

    Una misura originaria del fondo Gasparrini scomparsa poi nel tempo – e che invece sarebbe molto utile ripristinare per quel 14% di italiani con un mutuo a tasso variabile – prevedeva la possibilità di accedere al beneficio della sospensione delle rate qualora la cifra semestrale fosse aumentata del 25% o del 20% nel caso di pagamenti mensili rispetto alle precedenti. Se pensiamo che mediamente negli ultimi mesi la rata del mutuo variabile è aumentata del 60% (senza considerate il prossimo ritocco all’insù annunciato dalla Bce) è facile immaginare che una misura di sostegno per questi mutuatari è quanto mai necessaria.