Un consumatore segnala al Salvagente di non aver trovato sugli scaffali di Esselunga i prodotti Fileni e chiede se la cosa sia collegata all’inchiesta di Report. Secondo quanto risulta dalle nostre fonti, fino a pochi giorni fa ci sarebbe stato uno stop in attesa di verifiche
Un consumatore segnala al Salvagente di non aver trovato sugli scaffali di Esselunga i prodotti Fileni e chiede se la cosa sia collegata con l’inchiesta di Report. Secondo quanto risulta dalle nostre fonti, fino a pochi giorni fa ci sarebbe stato uno stop in attesa di verifiche. Alcuni giorni fa, infatti, abbiamo ricevuto una mail da Marco, un lettore di Milano, che diceva: “Buongiorno, l’altro ieri ho cercato da Esselunga alcuni prodotti a base di pollo Fileni che sono solito comprare, ma non li ho trovati. Non è che li hanno tolti dopo l’inchiesta di Report? Sarebbe bello sapere anche se altre grandi catene si sono mosse dopo il servizio in tv”.
Fileni conferma le verifiche e i controlli
Dopo la segnalazione di Marco, ci siamo mossi in direzione di una verifica. Da Esselunga non rispondono a questa domanda, ma confermano che dopo l’inchiesta curata da Giulia Innocenzi per Report, in cui si vedono presunte irregolarità e presunti maltrattamenti negli allevamenti dell’azienda, la catena di distribuzione ha avviato controlli e approfondimenti nei confronti di Fileni.
Lo stop temporaneo alla fornitura
Altre fonti, che il Salvagente ritiene profondamente affidabili, ci dicono che Esselunga ha effettivamente sospeso le forniture per un periodo, dopo il 9 gennaio, data in cui è andato in onda il servizio, e che negli ultimi giorni, i prodotti sarebbero tornati ad essere immessi regolarmente sugli scaffali. Se il ritorno alla normalità sia legato o meno all’esito dei controlli e se Fileni abbia dovuto assumere degli impegni aggiuntivi, non lo sappiamo.
Anche Coop ha chiesto spiegazioni
Per andare ulteriormente incontro alla curiosità del nostro lettore marco, relativamente alle altre Gdo, Il Salvagente ha contattato anche Coop che si è limitata a dire: “abbiamo attivato una serie di richieste di spiegazione a seguito del servizio e stiamo effettuando opportune verifiche”.
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Sul caso tre interrogazioni in poco tempo
Nel frattempo, anche la politica continua a muoversi: alla prima interrogazione sul caso a firma Angela Raffa (M5s) ne sono seguite a stretto giro altre due. Eleonora Evi, deputata dei Verdi, spiega: “Queste immagini non possono lasciarci indifferenti e rendono necessario un serio ripensamento delle regole attuali che dovrebbero tutelare il benessere degli animali, la salute dei consumatori e la tutela dell’ambiente. Eppure nulla di tutto ciò viene rispettato considerato le violenze subite dagli animali e le costanti emissioni di ammoniaca che impestano l’aria che respirano i cittadini che abitano nelle aree limitrofe a questi impianti industriali. Ho pertanto presentato una interrogazione, firmata dai colleghi del gruppo Avs, all’attenzione dei Ministri dell’Agricoltura, della Salute e degli Affari Regionali affinchè verifichino, tra le altre, se le regole della produzione biologica siano state rispettate da parte di Fileni, le condizioni igieniche, il rispetto delle norme sul benessere animale e impedire in futuro condotte come quelle mostrate nel servizio di Report e garantire il pieno rispetto delle normative a tutela degli animali detenuti negli allevamenti a fini alimentari.”
La terza, invece, è destinata al Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna, dove Giulia Gilbertoni (Gruppo misto) chiede: “La Regione inverta la rotta sul numero degli allevamenti intensivi, a partire da quanto sta avvenendo a Maiolo, in provincia di Rimini”. Qui, secondo la consigliera, “il Comune di Novafeltria, che è limitrofo a quello di Maiolo, si è pubblicamente schierato contro il progetto, preoccupato dello sfruttamento delle falde idriche lungo il Marecchia e dell’impatto del progetto sul nucleo abitato di Secchiano di Novafeltria, che dista poche centinaia di metri dai capannoni dell’allevamento, e sullo stesso centro abitato di Novafeltria, ben più vicino ai capannoni rispetto all’abitato di Maiolo”.