VIVO LAB, la storia di un progetto per disabili e di una raccolta fondi “miracolosa”

VIVO LAB

Un’iniziativa voluta ai Castelli romani dalla cooperativa sociale “L’isola che c’è” per restituire ai disabili la possibilità di essere autonomi anche nella cura di se stessi oltre che nelle pratiche di tutti i giorni. Ora grazie a un crowfunding VIVO LAB potrebbe crescere e diventare un modello positivo anche per altri territori

 

Essere autonomi nella cura di se, nello svolgimento di un’attività come andare a fare la spesa, cucinare, pagare bollette, andare in banca o un ufficio, piuttosto che dal parrucchiere o da un estetista. È quanto di più scontato per tutti noi. O quasi.

Per un disabile, infatti, è tutt’altro che semplice, senza un aiuto spesso è uno di quei diritti di cittadinanza negati. A maggior ragione quando l’autonomia preveda – come è naturale che sia – anche un lavoro in grado di sostenerla.

È proprio su questa base che è nata l’esperienza VIVO LAB, l’iniziativa realizzata ai Castelli romani dalla cooperativa sociale “l’Isola che c’è” realtà che da quasi 20 anni promuove e gestisce in quel territorio attività volte all’inserimento sociale dei ragazzi disabili, allo sviluppo della loro autonomia e al sostegno delle famiglie coinvolte.

VIVO LAB è un’esperienza di vita pensata per ragazzi disabili, per supportarli con specializzati perché insieme, in momenti strutturati della settimana, “vivano” la loro vita in maniera autonoma. Ma come è ovvio un’esperienza del genere ha bisogno di fondi per vivere, specie se l’idea è quella di estenderlo anche a livello metropolitano e regionale e sostenere nuove esperienze possibili di integrazione.

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E così, grazie ad Anna Ruggiero, prima docente di un corso di formazione a cui partecipava la cooperativa e poi come consulente del progetto, è nata l’idea di un crowfunding. “Anna Ruggiero ha sempre affermato che il crowdfunding ci avrebbe regalato tante emozioni e aiutato a programmare e raccontare la nostra esperienza. Ad un anno dall’esperienza formativa non possiamo che darle ragione e seguirla nel credere nei nostri sogni” dichiarano Romilda De Santis e Tiziana Gallizia, le due artefici dell’iniziativa.

Non a torto, visto che la raccolta fondi organizzata sulla piattaforma Eppela aveva superato già in 48 ore l’obiettivo prima di 5.000 euro e dentro i primi 10 giorni quello degli 11.000 euro.

VIVO LAB oggi vive anche grazie all’entusiasmo di molti volontari, commercianti, cittadini che hanno scelto di essere parte del progetto a modo loro, chi sostenendo esperienze professionali adatte ai ragazzi, chi aiutando i ragazzi nelle loro autonomie cittadine, offrendo accoglienza e supporto per gli acquisti.

“Il disabile è un cittadino, parte integrante di una comunità che vuole vivere, a una vita dignitosa in funzione dei suoi interessi e delle sue ambizioni, a una prospettiva futura concreta, non vaga”, spiega Romilda De Santis. La speranza, sua, del team che cura VIVO LAB e di tutti i ragazzi che ne beneficiano, è che questa iniziativa oltre ad avere un futuro si estenda anche al di fuori dei Castelli Romani.

La campagna di crowdfunding continua fino al 21 dicembre ed è possibile partecipare qui  https://www.eppela.com/vivolab “ .