Il tumore dell’ovaio e dell’utero colpisce oltre 5mila donne italiane ogni anno. I decessi sono circa 3mila all’anno perché la diagnosi è tardiva nell’80% dei casi. Sottoporsi a Pap test è molto utile e affatto doloroso
Il tumore dell’ovaio e dell’utero colpisce oltre 5mila donne italiane ogni anno. I decessi sono circa 3mila all’anno perché la diagnosi è tardiva nell’80% dei casi. I dati aggiornati però lasciano sperare, perché grazie alle nuove terapie mirate migliora la sopravvivenza dopo una diagnosi in stadio avanzato. Due donne su 3 oggi sono vive 5 anni dopo aver scoperto la malattia.
Due studi dimostrerebbero questa tendenza recente. Sono i dati scientifici di due ricerche presentate nei giorni scorsi a Parigi, durante il congresso della Società europea di oncologia. Per la prima volta si parla di un prolungamento della sopravvivenza a lungo termine.
Ma gli esperti concordano sull’unica certezza solida che la prevenzione è l’arma più potente. La Fondazione Airc torna periodicamente a divulgare l’importanza del Pap test.
Pap test: di che cosa si tratta?
Il Pap test (test di Papanicolaou, dal cognome del medico che lo ha inventato) è successivo all’esame per il Papilloma virus (HPV-DNA test). Sono due esami di screening che si effettuano anche in donne sane senza alcun segno di possibile malattia.
Lo scopo è individuare precocemente tumori della cervice uterina o specifiche alterazioni, sempre a livello delle cellule del collo dell’utero, che col passare del tempo potrebbero diventare tali.
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Da che età è possibile fare il Pap test?
Il solo HPV-DNA test eseguito ogni 3 anni contribuisce significativamente a ridurre la mortalità per tumore della cervice uterina. Veniva consigliato dopo l’inizio dell’attività sessuale o comunque a partire dai 25 anni di età. Oggi per le donne sopra i 30 anni si impiega l’HPV-DNA test. Ma solo se questo dà un risultato positivo si procede al successivo Pap test, che quindi è diventato un esame di completamento.
Le donne in menopausa dovrebbero continuare a sottoporsi all’esame, anche se non hanno più rapporti sessuali, almeno fino ai 65 anni.
Come viene effettuato il Pap test
Il Pap test si effettua con le stesse modalità di una visita ginecologica, durante la quale si applica lo speculum, uno speciale strumento che dilata leggermente l’apertura vaginale e permette di vedere il collo dell’utero e di effettuare un piccolo prelievo di materiale.
L’operatore preleva una piccola quantità di secrezioni dal collo dell’utero tramite un piccolo spazzolino e poi le dispone su un vetrino, fissandole con uno spray apposito. Su questo campione, e nello specifico sulle cellule esfoliate dal tessuto di rivestimento della cervice nella parte che sporge nel canale vaginale, si farà l’esame citologico in laboratorio, esaminandolo con appositi metodi di colorazione e un approfondito esame computerizzato.
Non è doloroso.
Il Pap test è rischioso?
Gli esperti interpellati da Airc, come l’oncologo medico Sandro Pignata, spiegano che non vi sono controindicazioni particolari per effettuare questo esame, ma prima di sottoporvisi è necessario avere alcune accortezze.
– Il Pap test non va fatto durante le mestruazioni (si consiglia almeno 5 giorni prima o dopo) e non devono esserci perdite di sangue in atto.
– Si dovrebbero inoltre evitare i rapporti sessuali nelle 24 ore precedenti. Se il materiale raccolto non è ottimale è possibile che il risultato del test non sia leggibile e vada quindi ripetuto.
– La gravidanza non rappresenta una controindicazione all’indagine. Ugualmente, l’uso di contraccettivi orali o la presenza di una spirale intrauterina sono irrilevanti ai fini del test.
Pap test anche per gli uomini
Il papilloma virus si sta diffondendo anche tra gli uomini. Purtroppo, però, al momento non esistono test sicuri che consentano la diagnosi del papilloma virus nel maschio. Lo ‘strumento’ più efficace di cui oggi disponiamo per fare diagnosi è l’esame obiettivo, ovvero una attenta rilevazione dei potenziali sintomi e indicatori di malattia, fatto dall’urologo nel corso di una normale visita specialistica. A precisarlo è il professor Luca Carmignani, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Urologia, Ospedale Policlinico San Donato di Milano, interpellato dalla Fondazione Umberto Veronesi.
Come prevenire il papilloma
Anche per gli uomini il vaccino rappresenta ad oggi l’arma per prevenire e mettersi al riparo dal rischio di contrarre il papilloma virus. Il momento migliore per sottoporsi al vaccino è in giovane età (l’offerta vaccinale prevede una prima chiamata a partire da 11 anni, per maschi e femmine), prima dell’inizio dell’attività sessuale, sebbene studi dimostrino che anche eseguito in fase sessualmente attiva, il vaccino è efficace nel ridurre la diffusione della malattia e attivare una azione preventiva nell’uomo.