Il presidente della Federazione della Stampa, Beppe Giulietti, sull’intervento a piedi uniti dell’Antitrust sul nostro test sugli oli extravergini che aveva denunciato come circa metà non fossero tali sui nostri scaffali: “Ci auguriamo che la decisione possa essere rivista o comunque interpretata in modo tale da non ledere in modo alcuno il diritto a informare e a essere informati”
“Una sentenza contraddittoria che rischia di bloccare qualsiasi rigorosa inchiesta sui prodotti che, per essere tale, ha bisogno di comparazione e di nomi e cognomi”.
Anche Beppe Giulietti, presidente della Fnsi, la Federazione nazionale della stampa italiana, decide di lanciare il suo monito sull’invasione di campo dell’Antitrust, che ha deciso su ricorso di produttori di olio come Coricelli, associazioni di industrie del settore e di un’associazione dei consumatori come il Codacons, di qualificare come pratica commerciale scorretta il test sull’olio extravergine, che extra non è sempre sugli scaffali dei supermercati, come abbiamo dimostrato con il test del maggio 2021. E così dopo Stampa Romana, che aveva stigmatizzato l’intervento dell’Antirtust, con le parole di Lazzato Pappagallo (“È come se l’Antitrust descrivesse un giornalismo a confini delimitati. Si può trattare tutto tranne i temi industriali ed economici che riguardano le aziende”) ora anche ila Fnsi, il sindacato unico e unitario dei giornalisti italiani prende posizione.
Per i non addetti ai lavori va spiegato che Antitrust è anche l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato e ha anche il compito di intervenire sulla pubblicità ingannevole. E così aveva fatto, tanto per citare un esempio che ci riguarda, nel 2015, quando dopo il nostro primo test sull’extravergine (e le analisi ripetute dai Nas nell’inchiesta del procuratore dell’epoca Raffaele Guariniello che confermavano la nostra inchiesta) aveva comminato multe di centinaia di migliaia di euro alle industrie.
In occasione del test dello scorso anno, però, l’orientamento dell’Autorità guidata da Roberto Rustichelli ha cambiato decisamente rotta e invece di indagare su metà dell’extravergine industriale italiano che sugli scaffali si rivela non extravergine, ha deciso di entrare a piedi uniti sui test del Salvagente. Con una sentenza che sembrerebbe vietarci di continuare a fare test comparativi.
Una sentenza contraddittoria, la definisce Beppe Giulietti, che aggiunge: “Del resto, storicamente, il Salvagente é una delle poche fonti sempre dalla parte dei consumatori e capace di fornire una corretta informazione su temi troppo spesso oscurati, o condizionati dai forti interessi in campo”.
Il presidente della Federazione della Stampa aggiunge un augurio che non possiamo non condividere: “Ci auguriamo che la decisione possa essere rivista o comunque interpretata in modo tale da non ledere in modo alcuno il diritto ad informare e ad essere informati“.
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