Distributori automatici, quando le bevande non sono a norma

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Immediati, economici e aperti h24: i distributori automatici sono ormai ovunque, dalle strutture private a quelle pubbliche, dagli ospedali alle scuole, dalle palestre alle biblioteche. Cerchiamo di capire meglio i rischi connessi al loro utilizzo quando si parla di bevande. 

Sacra e non rimandabile, la pausa caffè è un momento cruciale nella vita di un lavoratore, dalla bevanda in sè fino al momento di condivisione con colleghi o personale interno. In pochi sanno che dietro a una macchinetta dalle più semplici fino ai distributori più strutturati, vi sono precise indicazioni e regole da seguire scrupolosamente.

La prima macroarea di rischio, com’è facile intuire, è legata alla grandezza e alla mole dei distributori, che richiedono specifiche procedure di sicurezza quando sono soggetti a spostamento, collocazione, inserimento nel contesto aziendale. Il secondo ambito di rischio è legato alla macchina in esercizio (come comportarsi ordinariamente e in caso di pericolo).

Vi sono poi dei rischi che non sono direttamente collegati alle dimensioni e al peso del distributore, ma che sono derivanti dalla sua messa in funzione. Ci riferiamo all’inquinamento acustico, alla fuoriuscita di sostanze nocive, al rischio di elettrocuzione, al rischio ribaltamento e, naturalmente non poteva mancare trattandosi di alimenti, il rischio di intossicazione.

Da non dimenticare l’analisi del contesto che ruota attorno al distributore  e che deve tener conto del rischio ribaltamento, transito e manovra degli altri carichi. Minori, ma comunque da catalogare, sono i rischi minimi (bruciature, tagli, abrasioni, etc…). All’interno del DVR, non dovranno mancare i nominativi delle figure responsabili che andranno indicate con precisione prima di apporre la firma per approvazione definitiva del documento.

Bevande e norme igienico-sanitarie

Fino ad ora abbiamo parlato di rischi principalmente di tipo strutturale o fisico, ma sapevate che i distributori automaci possono essere un habitat perfetto per la configurazione del rischio igienico-sanitario? Avete capito bene, animali infestanti o batteri potrebbero prediligere queste apparecchiature, soprattutto se non gestite in maniera corretta.

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E’ fondamentale attuare dei piani di controllo oltre che di intervento, per prevenire la proliferazione di elementi infestanti. Le conseguenze per il datore di lavoro, nel caso non abbia messo in atto tutte le procedure per evitare il danno, oltre che la società emittente del distributore automatico possono essere particolarmente gravi, soprattutto da un punto di vista legale.

Occorre inoltre ricordare che la sicurezza igienico-sanitaria non deve riguardare solo il distributore in sè, ma anche lungo tutta la filiera della catena-alimentare. Gli obblighi di legge previsti in tutti i casi di esposizione, distribuzione e vendita delle bevande, devono essere rispettati durante tutte le fasi.

Prodotti confezionati e bevande sono infatti soggetti al rispetto dei cosiddetti Manuali di Corretta Prassi Igienica. Attenzione dunque a non vedere il distributore automatico come l’unico colpevole di un eventuale rischio igienico-sanitario, ma a considerlo solo uno degli anelli della catena distributiva.

Vale la pena fare un cenno alla normativa di riferimento, nata non direttamente per i distributori automatici, ma legata ad essi in quanto contengono alimenti e bevande. E’ infatti vietato vendere e somministrare sostanza alimentari definite come invase dai parassiti, insudiciate, in stato di alterazione, nocive , o sottoposte a lavorazioni che ne hanno alterato le caratteristiche.

Un passaggio contenuto nel Regolamento (CE) n. 852/2004 del Parlamento, dove si specifica un altro importante elemento: il mantenimento della catena del freddo che riguarda tutti  quegli alimenti che non possono essere immagazzinati a temperatura ambiente senza pregiudicarne le condizioni di sicurezza (es. alimenti freschi).

In linea generale dunque le bevande e gli alimenti all’interno dei distributori automatici devono sottostare al Regolamento sopra descritto, ai principi di sistema HACCP, ai manuali di corretta prassi, necessari per aiutare gli operatori del settore alimentare nell’osservanza delle norme d’igiene a tutti i livelli della catena alimentare, alla Legge 287/91 (vendita per il consumo sul posto[…] di alimenti e bevande mediante distributori automatici in locali esclusivamente adibiti a tale attività), e infine al Decreto Legislativo 114/98.

Come mantenere salubre un distributore automatico di bevande e alimenti

Quali sono dunque le indicazioni da seguire per mantenere la salubrità dell’ambiente interno del distributore automatico, deputato a contenere e a gestire alimenti e bevande?

Ebbene, per prima cosa i distributori automatici, così come quelli semiautomatici devono necessariamente di facile pulizia e disinfettabili. Ciò significa che la conformazione, la struttura e i materiali devono essere stati sottoposti a verifiche per poter garantire questo requisito.

Di primaria importanza l’idnoietà del materiale che deve poter “sopportare” le ripetute e continue operazioni di pulizia. Per quanto riguarda invece l’apertura esterna di erogazione occorre fare estrema attenzione affinché non sia esposta a contaminazioni.

Dopo l’installazione, gli organi preposti per i controlli igienico-sanitari dovranno essere informati della presenza delle macchinette e dei distributori, così come non deve mai mancare l’esposizione dell’autorizzazione sanitaria sulle macchinette stesse. Una specifica per quanto riguarda il personale deputato al rifornimento dei distributori automatici che dovranno essere in possesso di un’attestazione igienico-sanitaria (l’ex vecchio libretto di idoneità sanitaria).

Scontato, ma comunque da precisare, è la conservazione degli alimenti e delle bibite soggetti a vendita nei distributori automatici, che dovrà essere in condizioni perfette, il tutto per prevenire ed evitare qualsiasi rischio di contaminazione batterica o di altra natura.

Ingestione di bevande contaminate: malattie e rischi per la salute

E’ possibile contrarre una malattia o un’infezione da una bevanda del distributore automatico? Nei casi in cui si verifichino talune condizioni specifiche, è possibile. Ecco perché il settore cosiddetto “vending” è particolarmente controllato, al pari di un locale che esegue servizi di ristorazione.

Il rischio principale è quello di ingerire e introdurre nel corpo delle sostanze che possono rivelarsi dannose, come nel caso di prodotti infestati da parassiti, da elementi inquinanti, o da escrementi di animali.

Le bevande e gli alimenti contaminati possono determinare un pericolo con conseguenze tali che il malcapitato può richiedere tre tipologie di danno: quello biologico per lesione della salute intesa come bene da tutelare; danno psicologico-esistenziale, nel caso in cui sia conseguita una alterazione peggiorativa della personalità del soggetto e il danno morale, a causa della sofferenza d’animo patita.

Un elemento che spesso non viene considerato perché a priori escluso dall’ambito igienico-sanitario delle bevande in vendita nei distributori automatici sono le componenti, create ad hoc per garantire quell’effetto simile all’originale (cappuccino o caffè del bar), ma che in realtà interferiscono e danneggiano alcune importanti funzioni del nostro corpo, soprattutto se assunte per un lungo periodo. Stiamo parlando di sostanze come gli agglomeranti, gli emulsionanti, additivi e aromi come i mono e digliceridi degli acidi grassi, non ultima la farina di semi di Guar e il diossido di silicio (E551).

Bevande solubili e bevande liquide

Occorre inoltre fare una ulteriore distinzione tra le bibite erogate dal distributore automatico in forma solida, ossia in polvere, e quelle erogate in forma liquida. 

Soffermiamoci sulle prime, poiché non sono esenti da contaminazione. Il problema può nascere nel momento in cui la polvere entra in contatto con l’acqua. E’ esattamente durante questo passaggio che possono manifestarsi le condizioni migliori per lo sviluppo e la proliferazione di flore batteriche.

Per quanto si tratti di un processo naturale, altrettanto vero è che le flore batteriche vanno eliminate subito, altrimenti il rischio è quello di compromettere la salute dei fruitori delle bevande calde o fredde erogate dal distributore automatico.

Una recente ricerca dell’università di Valencia sul tema, nello specifico parliamo di distributori automatici di caffè, ha evidenziato che ognuno dei dieci apparecchi esaminati presentava contaminazioni in corso da batteri. Ma quali sono i batteri più diffusi? Vediamone alcuni:

  • Pseudomonas
  • Acinetobacter
  • Stenotrophomonas
  • Enterococcus
  • Sphingobacterium

Batteri, ma anche microorganismi che possono seriamente compromettere la salute dell’individuo, andando ad agire su quello che viene considerato un lugo di filtro dell’organismo da cui dipende il buon assorbimento delle sostanze nutritive.

Tali squilibri sono troppo spesso presi sotto gamba, nonostante siano causa di importanti conseguenze per la salute sia a livello generale che a livello specifico. Può bastare una assunzione da una a cinque capsule di bevanda al giorno per determinare problematiche di salute da non sottovalutare.

Dal momento in cui i batteri entrano nel nostro organismo, inizia una sorta di guerra intestina in senso letterale. L’alterazione della florabatterica  – composta da migliaia di microrganismi – ha effetti che agiscono direttamente diminuendo la protezione dell’intestino, la cui mucosa non risulta più integra; la funzione metabolica di sostanze necessarie al nostro corpo per un buon funzionamento, come sali minerali e vitamine; infine agiscono diminuendo le attività necessarie a garantire una regolare funzione digestiva.

Danni diretti e danni indiretti delle bevande dei distributori automatici

Se fino ad ora abbiamo parlato di batteri, migrorganismi nocivi, sostanze e contaminazioni non derivanti da dolo o da scarso controllo dei prodotti, è opportuno dedicare una parentesi sulle bevande che, molto semplicemente, senza ricevere alcuna alterazione durante il passaggio nei tubi o nelle aree del distributore automatico, sono ritenute nocive oltre che pericolose in quanto…scadute.

Stiamo parlando di casi che continuano a balzare nella nostra cronaca quotidiana e che devono servire a determinare anche nel consumatore una consapevolezza mirata al controllo e alla verifica, oltre che delle caratteristiche del prodotto, anche della scadenza e dei dati di conservazione.

In questi casi infatti non sempre ad accorgersene può essere il servizio igienico-sanitario preposto alle verifiche, ma può essere lo stesso consumatore ad accorgersene, il quale può così segnalare e dare il via all’iter di verifica dei prodotti. Le sanzioni in questi casi non sono leggere, pensiamo al caso di Piacenza dello scorso anno con ben quattromila euro di multa conconseguente sequesto della merce.

Piacenza, ma anche Massa, dove, qualche anno fa, il titolare di un distributore automatico di cibi e bevande si è visto recapitare una multa di cinquemila euro. In questo caso tuttavia, al contrario del caso precedentemente citato, non si trattava di una segnalazione da parte dei consumatori, ma di un’operazione, su larga scala e condotta dai vigili urbani in collaborazione con i funzionari tecnici del Servizio tutela alimentare dell’Asl, per valutare le condizioni dei prodotti all’interno dei distributori automatici di bevande e di alimenti che si trovavano in diverse zone del centro.

Durante quella operazione specifiche, ad essere segnalate con maggiore irregolarità, non furono tanto le bevande, quanto i prodotti confezionati come le merendine, in alcuni casi del tutto prive della data di scadenza. Terminiamo questa ricostruzione con una delle multe più significative nel settore dei distributori automatici, ossia diecimila euro.

Ci riferiamo al caso di circa due anni fa, avvenuto a Seriate, in provincia di Bergamo. Anche in questo caso, come nel precedente, i controlli non sono partiti su segnalazione, bensì a seguito di una verifica prevista dai normali e periodici controlli della Polizia locale. L’esito dell’operazione aveva rivelato che, all’interno delle macchinette, venivano messi in vendita alimenti scaduti. Sia il cibo che le bevande erano state interamente sottoposte a sequestro amministrativo, mentre la società è stata duramente sanzionata per l’ammontare sopraindicato.