Garantire una corretta informazione ai consumatori e soprattutto assicurare che sul mercato sia vendita sempre olio di oliva di qualità . È questo l’obiettivo della Direzione francese per la tutela dei consumatori che ogni anno controlla la produzione
Assenza o inadeguatezza delle indicazioni in etichetta, falsa origine della materia prima. Sono queste le principali anomalie ricontate dalla Direzione francese per la tutela dei consumatori nel corso dell’annuale attività di controllo presso le aziende di produzione di olio di oliva. Oltre un terzo dei 180 stabilimenti produttivi controllati  presentava anomalie.
L’impegno della Direzione è aumentato di fronte al successo degli oli d’oliva a marchio di qualità , degli oli da agricoltura biologica e degli oli venduti in vendita assistita (che sono prodotti ad alto valore aggiunto): questa ascesa ha fatto in modo che il rischio di frode divenisse più elevato.
L’olio d’oliva in numeri
L’86% delle olive prodotte da 11.512.015 ettari di oliveti sparsi nei 5 continenti sono destinati all’estrazione dell’olio d’oliva 3.128 milioni di tonnellate di produzione mondiale in media e una produzione francese di circa 4000 tonnellate in media. Il continente europeo è il 1° produttore e il 1° consumatore al mondo. I greci sono i maggiori consumatori con 12,5 litri all’anno e per persona
L’indagine della Dgccrf
L’indagine della Dgccrf ha rilevato che oltre un terzo dei quasi 180 stabilimenti controllati presentava anomalie. Si trattava principalmente dell’assenza o dell’inadeguatezza delle indicazioni di etichettatura previste dalla normativa sull’informazione al consumatore, o dalla normativa specifica per l’olio d’oliva. Sono state inoltre rilevate pratiche commerciali ingannevoli in merito all’origine dei prodotti nonché alle modalità di presentazione tali da indurre in errore il consumatore (ad esempio: olio di sansa di oliva venduto come olio extravergine di oliva o olio indebitamente pubblicizzato come di produzione locale).
I servizi della Dgccrf hanno anche prelevato 97 campioni per verificare le affermazioni relative alla qualità dei prodotti. Il 48% degli oli di oliva campionati è stato dichiarato non conforme al termine delle analisi effettuate, per caratteristiche organolettiche (caratteristiche, qualità o proprietà percepite dai sensi durante l’assaggio, come colore, olfatto o gusto) insufficienti perché non soddisfano i criteri per le loro categorie come definiti dalla normativa. Una vicenda che conosciamo anche nel nostro paese come ha dimostrato l’ultimo test su 15 oli condotto dal Salvagente con esiti clamorosi.
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