La filiera del tabacco inquina come quella del petrolio (ma l’industria lo nasconde)

tabacco

Secondo un nuovo rapporto dell’OMS e della ong Stop, Big Tobacco è impegnato a nascondere il vero impatto ambientale dell’industria del tabacco: l’ennesimo esempio di greenwashing

Le emissioni di carbonio dell’industria del tabacco sono paragonabili a quelle di una grande compagnia petrolifera, rappresentando oltre 80 milioni di tonnellate di CO2 rilasciata nell’atmosfera all’anno. E anche le sigarette elettroniche non sono meno dannose per l’ambiente. È quanto emerge da un rapporto dell’Oms e dall’organizzazione no profit Stop. Ogni fase della produzione del tabacco ha un impatto sull’ambiente: dalla coltivazione alla concia, passando per la lavorazione, la produzione e la distribuzione.

Seicento milioni di alberi vengono abbattuti ogni anno per produrre 6 trilioni di sigarette”, ha si legge nel rapporto dal quale emerge che “l’inquinamento dei rifiuti dei mozziconi di sigaretta, l’elemento più disseminato sulla terra, è sufficiente per riempire due Case Bianche in una settimana”.

Sigarette elettroniche non meno inquinanti

“Questa è un’industria che uccide un fumatore su due a lungo termine, ma sta anche uccidendo il pianeta”. Il tutto mentre British American Tobacco e Philip Morris International hanno pubblici annunci circa la sostenibilità della loro filiera. “Claim che hanno tutto il sapore di greeenwashing” si legge nel rapporto.

E le sigarette elettroniche non sono meno inquinanti. Il rapporto rileva che “i rifiuti delle sigarette elettroniche sono potenzialmente una minaccia ambientale più grave dei mozziconi di sigaretta poiché le sigarette elettroniche introducono plastica, sali di nicotina, metalli pesanti, piombo, mercurio e batterie agli ioni di litio infiammabili nei corsi d’acqua, nel suolo e nella fauna selvatica.”

“Invece di cercare di convincere le persone a smettere del tutto di fumare, stanno cercando di far diventare le persone dipendenti da una nuova generazione di prodotti a base di nicotina“.

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Mentre i tassi di fumo sono in calo nei paesi occidentali, l’industria sta cercando di espandersi massicciamente nei paesi in via di sviluppo, ponendo ulteriori minacce alle nazioni più povere.

Le raccomandazioni dell’Oms

Tra le sue raccomandazioni, il rapporto invita tutti i governi, in particolare quelli che sono membri della Convenzione quadro dell’Oms sul controllo del tabacco, a vietare le attività di greenwashing. Chiede inoltre alle organizzazioni di accreditamento ambientale e di sostenibilità di non approvare il greenwashing dell’industria o di fornire premi all’industria del tabacco.

I governi e il pubblico di tutto il mondo dovrebbero essere consapevoli che il greenwashing da parte dell’industria del tabacco è in aumento e deve essere contrastato.

Nonostante i tentativi dell’industria di migliorare la propria immagine, il consumo di tabacco rimane una delle principali cause di morte prematura e una delle principali cause di danno ambientale.