Bonus 200 euro: se fine a anno il reddito supererà i 35mila euro scatta la restituzione

BONUS 200 EURO

Il bonus anti-inflazione sarà automatico e accreditato nella busta paga di luglio. I datori di lavoro a fine anno verificano se effettivamente spetta al dipendente: se non ha diritto scatta il recupero dei 200 euro in 8 rate

Il bonus 200 euro previsto dal decreto Aiuti del governo come contributo anti-inflazione spetterà ai lavoratori dipendenti e autonomi, ai pensionati con un reddito Irpef annuale inferiore ai 35mila euro e non l’Isee. Sarà erogato una tantum nella busta paga di luglio da parte dell’Inps (nel beneficio rientrano anche chi percepisce l’indennità di disoccupazione o la Naspi e chi ha il reddito di cittadinanza) e sarà automatico ovvero non bisognerà presentare alcuna domanda.

Come spiega il Sole 24 ore, i datori di lavoro dei settori pubblico e privato riconoscono il bonus in via automatica, e verificano in sede di conguaglio a fine anno se effettivamente spetta al dipendente oppure no, e provvedono eventualmente al recupero dell’importo (in otto rate).

Quali redditi concorrono

Nel tetto dei 35mila euro rientrano tutte le “entrate” (comprese quelle esenti da imposta o soggetti a ritenuta alla fonte o a imposta sostitutiva), esclusi il reddito della casa di abitazione e le sue pertinenze, il Tfr e le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata, l’assegno al nucleo familiare, gli assegni familiari e l’assegno unico. Il bonus, ricorda ancora il Sole 24 Ore, non costituisce reddito ai fini fiscali, non è cedibile, né sequestrabile, né pignorabile e non costituisce reddito ai fini fiscali né ai fini della corresponsione di prestazioni previdenziali e assistenziali.