In Francia un’etichetta obbligatoria prevede un punteggio basato sulla possibilità di smontare, riparare e trovare pezzi di ricambio per molti elettrodomestici. Dalle tv ai cellulari e ora anche i robot aspirapolvere, le lavatrici, le lavastoviglie. Un buon modo di combattere l’obsolescenza programmata
La Francia continua la sua guerra all’obsolescenza programmata, ossia a quei prodotti nati per non durare a lungo ed essere sostituiti solo dopo pochi anni a spese del consumatore (e dell’ambiente). Il paese transalpino da maggio ha deciso l’estensione dell’indice di riparabilità a sei nuove categorie merceologiche: lavatrici a carica dall’alto, lavastoviglie, robot aspirapolvere, idropulitrici cablate e non e ad alta pressione. L’obbligo di esporre l’indice di riparabilità su questi dispositivi entrerà in vigore tra 6 mesi.
Cos’è l’indice di riparabilitÃ
Provvedimento di punta della legge anti-rifiuto per un’economia circolare, l’indice di riparabilità è entrato in vigore il 1° gennaio 2021. Il suo obiettivo è duplice: consigliare meglio i consumatori e modificare le pratiche dei produttori, per combattere infine l’obsolescenza prematura dei i nostri oggetti. Finora aveva riguardato cinque categorie merceologiche: smartphone (aveva fatto discutere molto lo scorso anno la pubblicazione del confronto degli indici), TV, televisori, lavatrici ad oblò e tosaerba.
In sostanza elettrodomestici e prodotti elettronici debbono avere un’etichetta obbligatoria con questo calcolato in base a 10 parametri. L’obiettivo è chiaro: ridurre il consumo di materie prime e l’impatto ambientale favorendo la riparazione dei modelli guasti.
Prevede un voto da 1 a 10 calcolato su una griglia di cinque voci: documentazione messa a disposizione (punteggio determinato dall’impegno del produttore a rendere disponibili gratuitamente i documenti tecnici per un certo numero di anni a riparatori e consumatori); facilità di smontaggio (il punteggio è determinato dalla facilità di smontare il prodotto, dal tipo di attrezzi richiesti e dalle caratteristiche degli elementi di fissaggio); disponibilità dei pezzi di ricambio (viene attribuito un voto sulla base dell’impegno del produttore a rendere disponibili per un tot di anni i pezzi di ricambio e il tempo della loro consegna); prezzo dei pezzi di ricambio (il punteggio determinato dal rapporto tra il prezzo di vendita dei pezzi di ricambio e il prezzo del prodotto); criteri specifici legati alla categoria del prodotto (per i pc portatili ad esempio viene valutato l’aggiornamento software, per le lavatrici è preso in esame il servizio di assistenza).
Francia prima in Europa
I consumatori francesi sono i primi in Europa che possono contare su questo tipo di informazione per compiere una scelta di acquisto. Stopping Planned Obsolescenza (HOP) l’associazione che ne ha sostenuto la creazione e ha partecipato al suo sviluppo ha anche pubblicato un rapporto proponendo modi per migliorare l’indice. E naturalmente ha accolto con favore la sua estensione ai nuovi prodotti. “Lavastoviglie, aspirapolvere, lavatrici e idropulitrici come tutti gli oggetti possono essere soggetti a guasti e malfunzionamenti” scrive l’associazione. E sottolinea che non sempre vengono riparati: “Ad esempio, il tasso di riparazione per i robot aspirapolvere è solo del 35% (secondo il barometro Fnac Darty 2021). È quindi essenziale garantire che questi prodotti siano facilmente riparabili, sia da riparatori professionisti che dagli stessi consumatori”, commentano da Hop.
E in Europa?
La commissione Ue si è detta favorevole a istituire un indice di riparabilità anche se non ha comunicato quando e attraverso quale atto. E sono molti a spingere perché Bruxelles inserisca questo indicatore nelle prossime norme attuative della direttiva Ecodesign che riguardano smartphone, tablet e pc.
E lo scorso anno i Verdi europei avevano lanciato una petizione per chiedere alla Commissione Ue di proporre agli Stati membri un punteggio di riparazione obbligatorio a livello dell’UE entro dicembre 2021.