I filtri Uv fanno male (anche) all’ecosistema marino

filtri Uv

Qualche anno fa la Food and Drug Administration ha concluso che i filtri Uv come l’oxybenzone hanno la capacità di penetrare nella pelle. Adesso una nuova ricerca getta ombre anche sulla capacità di queste sostanze di danneggiare l’ecosistema marino

Alcuni filtri solari non sono dannosi solo per la salute degli uomini ma anche per quella dell’ecosistema marino. Secondo un nuovo studio infatti, la posidonia oceanica che cresce nei fondali del Mediterraneo, assorbe grandi quantità di queste sostanze.

Cos’è la posidonia e perché è importante

Spesso scambiata per un’alga marina, la posidonia è, invece, una pianta a tutti gli effetti e come tale produce fiori. È un elemento indispensabile per la conservazione dell’ambiente marino e per questo dovremmo rispettarla e averne cura. Le sue foglie, infatti, sono il giusto rifugio per gli esseri marini. I pesci che usano la Posidonia come casa sono, ad esempio, la donzella, il tordo, la triglia e il dentice.

Lo studio

La nuova ricerca pubblicata sul Marine Pollution Bulletin mostra un accumulo di alcuni filtri chimici negli steli di posidonia oceanica. “Poiché il Mar Mediterraneo è poco profondo, piccolo e molto chiuso, le concentrazioni di sostanze chimiche che assorbono i raggi UV possono raggiungere [livelli] elevati” ha spiegato Silvia Díaz Cruz, coautrice dello studio.

Le sostanze che i ricercatori hanno rinvenuto con maggiore frequenza sono l’oxybenzone, il 4-metilbenzilidene canfora (4-MBC) e il metilparaben: si tratta di filtri chimici molto utilizzati nella composizione delle creme solari. Tra l’altro, sull’oxybenzone non mancano sospetti circa la sua pericolosità per la salute dell’uomo.

Nel 2020 la Food and drug administration ha alzato il livello di guardia su sei filtri chimici – avobenzone, oxybenzone, octocrylene, homosalate, octisalate e octinoxate – sostenendo che, anche dopo una sola applicazione, c’è il rischio che queste sostanze vengano assorbite nel flusso sanguigno restando in circolo all’interno del corpo anche per molto tempo. Sulla base dei risultati di questo ultimo studio, la Fda non ha ancora deciso di proibire l’uso di questi principi attivi ma ha chiesto alle aziende di produrre studi che sconfessino le sue conclusioni.

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L’oxybenzone è pericoloso anche per i coralli

Uno studio pubblicato nel 2015 sulla rivista Archives of Environmental Contamination and Toxicology dimostrava già come l’oxybenzone alteri il dna dei coralli agendo da interferente endocrino. “Se scopriamo che i filtri solari influenzano la fotosintesi e la produttività delle fanerogame marine oltre l’accumulo, avremo un problema poiché queste fanerogame svolgono importanti ruoli ecologici nelle coste del Mediterraneo”, ha detto la coautrice Nona Agawin. “Se scopriamo quali componenti della protezione solare sono dannosi per le fanerogame, allora dovremmo regolamentare meglio e fornire alternative per proteggere i bagnanti e anche le fanerogame”.