+69% per diabete gestazionale per le donne in gravidanza in zona rossa. Ad esporre questo e altri dati la dottoressa Francesca Russo, direttore Prevenzione, sicurezza alimentare, veterinaria della Regione Veneto, durante l’udienza a processo a carico di 15 ex manager di Miteni.
“Dati sconcertanti”. Così le mamme No Pfas definiscono le statistiche sugli effetti della contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche sulle donne in gravidanza. Ad esporle la dottoressa Francesca Russo, direttore Prevenzione, sicurezza alimentare, veterinaria della Regione Veneto, durante l’udienza del 23 Marzo presso il tribunale di Vicenza dove si sta svolgendo il processo a carico di 15 ex manager di Miteni, Mitsubishi e Icig per l’inquinamento di un’ampia area tra Vicenza, Padova e Verona.
I dati sulla gravidanza
La valutazione ha preso in esame gli anni dal 2007 al 2014 e a colpire sono i dati sulle gravidanze, con un +69% per diabete gestazionale, +49% di pre-eclampsia e un +30% di bambini con basso peso alla nascita.
Ad oggi, i dati dei pochi bambini che hanno effettuato il primo round previsto dal Piano di Sorveglianza Sanitaria mostrano un colesterolo oltre i livelli normali nel 13-14% dei casi. Come sottolineato dalla stessa dottoressa Russo, nei bambini certamente viene difficile pensare alla co-presenza di altri fattori di rischio come il fumo, la sedentarietà o la cattiva alimentazione.
Le altre patologie
Non sono le uniche tipologie di malattie esposte dall’esperta durante l’udienza. Nello stesso periodo è stato rilevato: +21% di cardiopatia ischemica nei maschi, +19% nelle femmine, +25% di diabete mellito nelle femmine, +19% di malattie cerebrovascolari nei maschi. “Malattie che da noi fanno morire di più, molto di più, sebbene siano state comparate ad aree venete che sono assolutamente analoghe alle nostre, ma non esposte a Pfas” dichiarano le mamme No Pfas. E gli abitanti della “zona rossa” maggiormente colpiti da ipertensione arteriosa, cardiopatia ischemica, diabete mellito, dislipidemie e malattie tiroidee.
I filtri hanno migliorato la situazione
“Certamente il Covid ha rallentato il cronoprogramma, ma l’impressione è che invece di terminare il primo round di Screening (come previsto dal DGR 21 Maggio 2018), la Regione Veneto stia dando precedenza al secondo round di analisi perché i dati sono certamente incoraggianti e segnalano una buona diminuzione dei valori sierici di tali sostanze – scrivono le mamme No Pfas – I filtri, ma anche e soprattutto un cambio repentino dello stile di vita degli abitanti della zona rossa, stanno dando dei risultati. Ma possiamo stare tranquilli con queste concentrazioni sieriche, soprattutto alla luce dei dati di mortalità sopra riportati?”
Lo studio epidemiologico che manca
La Dott.ssa Russo durante l’udienza ha parlato diverse volte di correlazione, certamente mai di relazione causa-effetto, tra l’esposizione ai Pfas e le malattie sovraelencate. Manca infatti un importante tassello: lo studio epidemiologico deliberato nel 2016. “Nonostante le richieste della Commissione Ecomafie, la Regione Veneto non ha mai chiarito i motivi per i quali lo studio non è mai partito e in aula nessuno ne ha fatto cenno. Noi invece continuiamo a chiederlo con forza, certi che fornirà un contributo fondamentale a questo processo, chiarendo in modo inequivocabile la responsabilità delle persone che hanno causato questo enorme disastro” concludono le mamme No Pfas.
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