Improvvisarsi “cacciatori” di spezie non è mai una buona idea: ogni anno, la rete dei centri antiveleni registra almeno un centinaio di casi di intossicazione. Confondere il velenoso finto zafferano con l’aglio orsino non è così raro come si può immaginare
Andar per campi può non essere una buona idea sopratutto se ci si improvvisa “cacciatori” di spezie. Ogni anno, la rete dei centri antiveleni registra almeno un centinaio di casi di confusione di piante velenose con piante commestibili. Tra questi, confondere il “finto zafferano” con l’aglio orsino o con il porro selvatico è, purtroppo, la causa di un numero crescente di intossicazioni.
Colchicum (Colchicum autumnale, finto zafferano), aglio orsino (Allium ursinum) e porro selvatico (Allium polyanthum) crescono in primavera nello stesso sottobosco. Differiscono tra loro soprattutto perché l’ingestione di colchicum può causare intossicazioni gravi o addirittura mortali, a seconda della quantità di foglie ingerite, della concentrazione molto variabile di colchicina presente nella pianta, e dell’associazione con alcuni comuni farmaci (antibiotici tipo macrolidi, antivitamina K…) che possono significativamente aumentare il rischio tossico. Le prime manifestazioni cliniche sono disturbi digestivi (vomito e diarrea) che possono essere gravi, nelle ore successive all’ingestione.
Come distinguere l’aglio orsino dal “finto zafferano”
L’aglio selvatico è una pianta selvatica commestibile, alta da 15 a 40 cm a maturità , che ha un caratteristico odore di aglio, soprattutto quando le sue foglie vengono schiacciate. I suoi fiori a forma di stella e il bulbo allungato sono bianchi. Le foglie sono più o meno lucide, ovali e appuntite, portate da steli. Le foglie colchiche, del finto zafferano, sono più rigide, prive di stelo e il bulbo è rotondo e scuro. I fiori color malva compaiono solo in autunno, in primavera sono visibili solo le foglie; sono carnosi, a punta smussata e sembrano uscire direttamente dal terreno. Tutte le parti della pianta sono velenose.
Le raccomandazioni dell’Anses per scovare il finto aglio orsino
L’Agenzia francese per la salute ha stilato una serie di consigli utili a non cadere vittima del “finto zafferano”.
- Non improvvisatevi: assicuratevi sempre di conoscere la pianta che state raccogliendo;
- Controllate la presenza di un odore di aglio quando si accartoccia ogni foglia: in questo caso è molto probabile che quello raccolto non sia “finto zafferano” ma aglio orsino;
- Non raccogliete le foglie a manciate per evitare di raccogliere diverse specie e di mescolare specie tossiche con specie commestibili,
- In caso di dubbio sull’identificazione, non consumate!
- Smettete di mangiare immediatamente se avvertite un sapore amaro o sgradevole,
- Fotografate il vostro raccolto per facilitare l’identificazione in caso di avvelenamento.
- Nel minimo dubbio dopo l’ingestione o in presenza di sintomi, particolarmente digestivi, nelle ore successive al consumo di un piatto a base di aglio orsino o porro selvatico, rivolgetevi senza indugio ad un centro antiveleni.