Acqua, Isde al governo: “Nessuna tolleranza per Pfas, bisfenolo A e uranio”

pfas

L’associazione Medici per l’Ambiente-Isde Italia chiede al governo e al Parlamento che nel recepire la nuova Direttiva europea sull’acqua potabile (Direttiva (UE) 2020/2184, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano) che il valore limite per sostanze cancerogene e interferenti endocrini come Pfas, Uranio, Bisfenolo A e Microcistina-LR sia fissato in zero.

La Direttiva per la prima volta inserisce “nuovi inquiananti” come sostanze da cercare durante i controlli, come appunto i Pfas (acquista qui il libro inchiesta del Salvagente Pfas Inquinanti per sempre) e il Bisfenolo A, ma fissa comunque un limite ammissibile per queste sostanze nell’acqua potabile. Nello specifico, come specifica l’allegato alla Direttiva i limiti ammessi sono: Somma di Pfas 0,10 μg/l (microgrammi/litro); Bisfenolo A 2,5 μg/, Uranio 30 μg/, Microcistina-LR 1,0 μg/l.

“Nulla vieta all’Italia di recepire in modo più restrittivo la Direttiva. Per questo abbiamo chiesto attraverso una lettera al governo e ai parlamentari limiti zero per Pfas, Bisfenolo A, Uranio e Microcistina-LR“, spiega al Salvagente la dottoressa Antonella Litta, responsabile Acqua di Isde-Italia. “Abbiamo già inquinanti pericolosi come piombo e arsenico e sarebbe dannoso aggiungerne dei nuovi. La Direttiva – prosegue – è positiva per alcuni aspetti perché aumenta la trasparenza e le informazioni per il cittadino e per la prima volta impone l’obbligo di monitorare sostanze cancerogene mai cercate prima. Ma non si possono tollerare anche a basse concentrazioni nell’acqua potabile”.

Nella lettera inviata alle istituzioni italiane l’associazione Medici per l’Ambiente chiede appunto che le quattro sostanze incriminate siano sempre ricercati nelle analisi di controllo per le acque a uso potabile e che il loro valore limite sia fissato in zero. “Qualora quindi venissero riscontrati valori superiori allo zero per il Bisfenolo A, la Microcistina-LR, i Pfas e l’Uranio – si legge nella lettera –  le acque in questione dovranno essere considerate come inadatte all’uso umano e si dovranno prendere tutti i provvedimenti necessari per il loro disinquinamento e protezione”.

La preoccupazione non è soltanto legata al singolo profilo di rischio della sostanza in sè ma anche alla combinazione possibile e alla sommatoria con altri inquinanti.

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“Si deve infatti considerare – aggiungono da Isde – per queste come per altre sostanze già normate, il cosiddetto effetto cocktail, relativo a sostanze tossiche e/o cancerogene e/o mutagene e con azione di interferenza endocrina che, se anche rilevate singolarmente entro le concentrazioni previste dalla nuova Direttiva, possono tra loro realizzare effetti di sinergia e amplificazione tali da configurare rischio per la salute umana”.