Grano avariato, De Bonis: “Che fine farà il carico sbarcato dalla Sumatra?”

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“La vicenda della nave Sumatra, respinta a suo tempo dalle autorità portuali algerine per il suo carico di grano canadese considerato non conforme, sbarcata poi temporaneamente nel porto di Ravenna continua a non essere chiarita. Invece bisogna vederci chiaro, per il bene dei consumatori italiani. Per questo, dopo l’atto di sindacato ispettivo di luglio (3-02677), ho presentato una nuova interrogazione ai ministri Patuanelli e Speranza: servono subito dei controlli”.

Il senatore  Saverio De Bonis membro della IX Commissione Agricoltura torna sulla vicenda della nave dei misteri il cui carico – importato dalla Casillo Commodities Italia –  in parte sarebbe pronto per essere lavorato.

La nave dei misteri: dal Canada all’Algeria fino a Ravenna

La bulk carrier, la “Sumatra“, IMO 9753260, battente bandiera portoghese, il 5 marzo 2021 ha caricato in Canada grano duro, destinato originariamente all’Algeria. Dopo circa 45 giorni di navigazione era arrivata presso il porto algerino di Annaba e lì si era fermata sino al 24 maggio in attesa di controlli e verifiche sulla qualità del carico. Una volta appurato lo stato di grave alterazione del grano, per motivi sanitari è stata respinta e fermata, probabilmente alla ricerca di una nuova destinazione dove scaricare il carico deteriorato.

Dopo un mese circa, ha ripreso il mare il 30 giugno e dopo un breve rifornimento presso il sito di Sarroch in Sardegna, si è diretta attraverso l’agente Spedra-Ravenna  con il suo carico presso il porto di Ravenna, con arrivo previsto per giorno 7 luglio 2021, alle ore 14.

“Parte del carico in deposito doganale”

Dopo essere stata respinta dal porto romagnolo il 28 luglio scorso, il 12 agosto ha ottenuto a sorpresa l’ok dalle autorità per uno sbarco temporaneo. “Dopo le rassicurazioni del ministro dell’Agricoltura e delle autorità sanitarie di Ravenna circa la mancata autorizzazione allo sbarco del grano avariato – prosegue in una nota il senatore De Bonis – la merce è stata prima scaricata in temporanea custodia, dopodiché una parte consistente di essa è stata messa in deposito doganale: una sorta di regime sospensivo in attesa di capire se destinarla all’importazione o alla ri-esportazione. Per questo chiedo al ministro Speranza se voglia svolgere indagini più approfondite e al ministro Patuanelli se, attraverso l’Ispettorato centrale repressione frodi, abbia predisposto tutti i controlli previsti di propria competenza”.

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“Perché una nave senza i documenti idonei è sbarcata in Italia?”

“C’è una sottile differenza – prosegue il senatore – tra temporanea custodia e deposito doganale. Nel primo caso il grano, invece di essere bloccato sulla nave, è bloccato nel magazzino portuale e sottoposto a divieto di immissione all’importazione. Il deposito doganale è una sorta di regime sospensivo, in attesa di una dichiarazione di importazione o di ri-esportazione. In caso di importazione, si farebbero tutti i controlli previsti dalla legge. L’importatore Casillo Commodities Italia, nel frattempo, ha avanzato istanza di autotutela avverso il provvedimento adottato dal posto di controllo frontaliero (PCF) di Ravenna del ministero della Salute, assicurando di aver proceduto all’adozione di un ‘trattamento speciale’ per separare fisicamente la merce ritenuta contaminata dal resto del carico. La parte della merce posta in deposito doganale sarebbe quella reputata ‘non contaminata’. Il grano tenuto in temporanea custodia sarebbe invece quello avariato. Tuttavia, rimane poco chiaro perché una nave respinta addirittura da autorità extra-europee come quelle algerine, e dotata di certificazione per l’esportazione verso l’Africa, sia potuta arrivare in Europa, con documenti non idonei e dove vigono regolamenti ancora più restrittivi. Per questo chiedo con forza al governo e alle autorità italiane di vigilare attentamente sul destino di questo grano”.