Nuovo allerta per l’olio di colza nel latte per l’infanzia

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I livelli di assunzione di acido erucico stabiliti dall’Efsa sono sicuri per i neonati. Tuttavia, gli stessi possono essere superati in condizioni estreme. È la conclusione contenuta nel parere del Bfr, l’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi, che ha ha valutato i potenziali rischi per la salute dei lattanti attraverso l’assunzione di acido erucico tramite latte artificiale, latte di proseguimento e alimenti per l’infanzia.

Cos’è l’acido erucico

L’acido erucico è un acido grasso omega-9 monoinsaturo presente nei semi oleosi della famiglia botanica delle Brassicaceae, colza e senape in particolare. Entra nella catena alimentare per lo più quando l’olio di colza viene utilizzato per la trasformazione industriale degli alimenti e nella cucina casalinga di alcuni Paesi. E’ presente infatti in dolci, torte e nel latte artificiale/di proseguimento e anche in alcuni mangimi (ad esempio la farina di colza). Con il  Regolamento Delegato (UE) 2019/828,l’Unione europea ha stabilito che il tenore massimo di olio di colza consentito è pari allo 0,4% del contenuto totale di grassi.

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Perché l’acido erucico è un problema

Test condotti su animali evidenziano che l’ingestione di oli contenenti acido erucico può portare nel corso del tempo a una malattia del cuore chiamata lipidosi del miocardio. La patologia è temporanea e reversibile. Altri effetti potenziali osservati negli animali – incluse variazioni di peso del fegato, dei reni e del muscolo scheletrico – si verificano a dosi lievemente superiori.

Sulla base di queste informazioni, gli esperti del gruppo scientifico Efsa sui contaminanti nella catena alimentare hanno stabilito una dose giornaliera tollerabile di 7 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo (mg/kg p.c.) al giorno.

I calcoli del Bfr

I calcoli del modello basati sui livelli reali di acido erucico hanno dimostrato che l’assunzione di acido erucico attraverso la formula per lattanti e la formula di proseguimento, così come gli alimenti per l’infanzia lavorati industrialmente, non è associata ad un aumento del rischio per la salute dei bambini di età compresa tra 0 e 12 mesi. Al contrario, se si assume un livello di acido erucico equivalente al livello massimo consentito dalla legge per l’acido erucico nelle formule per lattanti e nelle formule di proseguimento, l’esposizione per i lattanti alimentati esclusivamente con formule per lattanti (cioè non allattati al seno) supererebbe il valore per il tollerabile assunzione giornaliera.

L’Istituto tedesco raccomanda pertanto di esaminare le opzioni per limitare l’assunzione totale di acido erucico attraverso questi alimenti per prevenire un superamento della TDI per i lattanti, secondo il modello del caso peggiore ipotizzato dal BfR.

Per i bambini a partire dall’età di 6 mesi, l’assunzione di acido erucico può derivare dal consumo di alimenti per lattanti e alimenti di proseguimento, nonché dal consumo di alimenti per l’infanzia. L’aggiunta di olio di colza agli alimenti per l’infanzia (industriali o fatti in casa) può anche portare a un maggiore apporto totale di acido erucico. Tuttavia, con un consumo medio di alimenti per l’infanzia e un contenuto di acido erucico pari o inferiore allo 0,2% in quegli oli che sono prevalentemente disponibili sul mercato tedesco, non vi è alcun rischio elevato per la salute dei bambini di età compresa tra 6 e 12 mesi se ad esempio un cucchiaino di olio di colza viene aggiunto agli alimenti per l’infanzia. Solo scenari peggiori, considerando un consumo di alimenti per l’infanzia superiore alla media, nonché un contenuto di acido erucico superiore allo 0,2% negli oli aggiunti, oltre all’uso di altri alimenti contenenti acido erucico nella preparazione delle pappe, porterebbe infatti a un’esposizione alla quale potrebbe essere superata la dose giornaliera tollerabile (TDI) per l’acido erucico.