La ricetta degli industriali inglesi sulla crisi degli oli: “incentivare gli Ogm”

Ogm

I prezzi di colza e mais potrebbero aumentare, tanto per la crisi climatica che per il regolamento Deforestazione zero della Ue che taglierà circa il 40% dell’olio di palma. La soluzione? Ricorrere agli Ogm, secondo gli industriali inglesi. Anche per gli oliveti

L’entrata in vigore del regolamento europeo sulla deforestazione sconvolgerà i mercati dell’olio di palma e farà crescere la richiesta di girasole e colza. E per far fronte alla domanda e non far impennare i prezzi sarebbe ora che anche in Europa si ricorresse a colture geneticamente modificate, come si fa negli Stati Uniti.

È questo il senso delle parole affidate a un’intervista a Food Navigator di Gary Lewis, presidente di Neoda, l’associazione nazionale britannica di olio edibile. Non certo un’organizzazione di secondo piano, visto che raggruppa industriali, ristoratori ed esercenti del Regno Unito.

Ad agitare il settore, come è chiaro, è il Regolamento deforestazione zero approvato a giugno, che ha lo scopo di ridurre al minimo il disboscamento e il degrado forestale imputabili all’Unione Europea, oltre che a tutelare la biodiversità. Tra le materie prime per le quali i produttori dovranno certificare la non provenienze da zone deforestate dopo il dicembre 2020 ci sono bovini, cacao, caffè, palma da olio, gomma, soia e legno e loro derivati, quali pelle, cioccolato e mobili.

“Sebbene questo sia un obiettivo lodevole, avrà conseguenze significative sul mercato in termini di prezzo e disponibilità”, ha affermato Lewis. “Oltre ai consumatori, ai rivenditori e ai produttori di alimenti in Europa, avrà un impatto sui piccoli coltivatori di palme che costituiscono il 40% della produzione globale“.

In Europa, osservano gli analisti, l’impatto sarà probabilmente una riduzione dell’offerta e prezzi più alti. “Gli oli alternativi, come quello di girasole e di colza, dovranno colmare questa lacuna, il che potrebbe esercitare una significativa pressione al rialzo sui prezzi degli oli vegetali su tutta la linea” spiega il presidente Neoda.

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A oggi, dopo l’enorme impatto sui prezzi degli oli di semi dovuto lo scorso anno alla guerra in Ucraina, il mercato sembra stabile e i prezzi di girasole, colza, soia e olio di palma sono tutti al di sotto dei livelli prebellici, come conferma a Food Navigator lo stesso Lewis.

“I prezzi record del 2022 hanno stimolato la semina record di più colture oleaginose, in tutta l’Ue e in tutto il mondo, e questa offerta aggiuntiva ha fatto scendere i prezzi”, ha rivelato Lewis.

Ma c’è ancora una significativa incertezza nel mercato e gli eventi in Ucraina potrebbero avere un impatto significativo sui prezzi futuri, ha avvertito Lewis. “Le inondazioni causate dalla distruzione della diga idroelettrica di Kakhovka, il bombardamento del porto chiave di Odessa e la fine dell’accordo sul grano con la Russia non hanno solo un impatto fisico sulla fornitura di semi oleosi, hanno un impatto psicologico su mercati e potrebbero far salire i prezzi degli oli di girasole e di altri oli a lungo termine”.​

In più rimane il peso della crisi climatica, ma la soluzione per il presidente di Neoda è semplice: “Rivolgersi a soluzioni geneticamente modificate che usano ampiamente negli Stati Uniti per avere colture più robuste e aumentare i rendimenti.”​