Brescia, fanghi tossici della Wte: “servono test su 96 siti”

FANGHI TOSSICI

Per scacciare il fantasma del rischio contaminazione delle falde servono test in 96 siti bresciani. Lo scrive BresciaOggi e la vicenda è quella di cui abbiamo già parlato qui: qualche settimana fa i carabinieri dei forestali hanno scoperto un enorme sversamento di fanghi tossici spacciati per fertilizzanti sversati su 3mila ettari di terreni agricoli in Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. Sotto accusa è finita l’azienda Wte che, in cambio dell’aratura gratuita, ha smaltito i suoi veleni in alcune aziende agricole locali.

Ora tocca sapere con certezza quali sono i terreni interessati e per farlo occorre avere una mappa: una prima bozza è stata pubblicata nei giorni scorsi dal Corriere della Sera. Scorrendo la black list figura che i paesi più coinvolti sono Mazzano con 9 appezzamenti, Dello e Fiesse con 8 e Leno e Lonato con sei. Sono emerse ripetute triangolazioni di materiale inquinato.

Questa mappatura – osserva sempre dalle pagine di BresciaOggi, il sindaco di Calvisano Angelo Formentini – è il risultato del pressing dei Comuni sulla Procura di poter conoscere i terreni sui quali sono stati smaltiti questi fanghi. Formentini come altri amministratori invoca degli esami sulle falde dei terreni che hanno assorbito i fanghi. “Noi siamo disposti a farci carico dei costi dei test, ma le autorità sanitarie devono garantirci che il monitoraggio avrà un valore legale”. A questo proposito dopo l’annuncio della costituzione come parte civile nel processo alla Wte, la Provincia ha ribadito che si schiererà a fianco dei sindaci nella battaglia a tutela dell’ambiente. “I responsabili vanno individuati e puniti per il danno arrecato – afferma il presidente Samuele Alghisi – ed è importante riuscire a tutelare i Comuni del territorio affinché le amministrazioni non debbano in futuro farsi carico delle procedure di bonifica ambientale dei terreni inquinati”.

“Come Comune convocheremo le aziende agricole che hanno smaltito questi fanghi sul nostro territorio – annuncia il sindaco di Remedello Simone Ferrari – per cercare di capire la quantità dei fanghi depositati e capire in che modo effettuare le verifiche su terreni e falde. Al di là di questo faremo tutto ciò che andrà fatto per tutelare la salute dei cittadini e l’ambiente”.