In Spagna, la Guardia Civil ha scoperta di una rete internazionale che commerciava molluschi non idonei al consumo umano. L’operazione bivalve-Tagus Clam, coordinata da Europol ed Eurojust, ha portato all’arresto di otto persone e all’inchiesta su sette società . In totale, come riporta FoodSafetyNews, 1,5 tonnellate di vongole principalmente giapponesi, 120mila euro (147.000 dollari), 25 veicoli e 12 barche sono state tra le cose confiscate dalle autorità .
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Dove finivano
I molluschi provenivano dall’estuario del Tago, luogo diverso da quello dichiarato è generalmente più contaminato. Le vongole venivano acquistate da impianti di depurazione spagnoli e poi vendute ed esportate in altri paesi dell’Unione Europea senza aver subito il trattamento di decontaminazione obbligatorio. Le società indagate operavano in Spagna, Portogallo e Italia e tutte le vongole provenivano dal bracconaggio di molluschi al largo delle coste del Portogallo (purtroppo i nomi delle aziende non sono stati forniti).
Tracce di epatite A
In una riunione del Food Fraud Network nel maggio 2020, la Commissione europea ha dichiarato di essere a conoscenza di irregolarità nel movimento dei molluschi bivalvi e ha invitato i paesi a indagare. Un’indagine sul traffico di vongole nel dicembre 2019 l’ha collegata all’intossicazione alimentare di almeno 27 persone in Spagna. Si sospettava che le vongole fossero state raccolte in zone di raccolta non autorizzate in Portogallo. Il lavaggio ha aiutato a sbarazzarsi di batteri come E. coli ma non ha eliminato virus come il norovirus e l’epatite A.