Il 56% degli utenti ha già scelto un’offerta del mercato libero per la fornitura di elettricità, nonostante con il decreto Milleproroghe è stato spostata di un anno – al gennaio 2023 la fine della maggiore tutela, le offerte regolate dall’Authority. E nonostante, come ha dimostrato l’ultimo report elaborato del centro studi Ircaf diretto da Mauro Zanini, le tariffe del mercato libero solo nel 9% dei casi sono più convenienti di quelle della maggiore tutela.
Ma il settore di luce e gas è anche altro rispetto alle tariffe e l’Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, ha appena pubblicato il Rapporto annuale Monitoraggio Retail (su dati 2019), un monitoraggio che fotografa il settore di luce e gas:
In sintesi, le famiglie che a dicembre 2020 hanno scelto il mercato libero elettrico sono oltre il 56% nella media nazionale, ma con forti differenze nel Paese: dal 70% di alcune aree del Nord al 38% della provincia Sud Sardegna.
Tanti venditori, pochissima convenienza
I venditori attivi di elettricità per i clienti domestici sono 380 in Lombardia, contro i 140 della Valle d’Aosta e, tra i due estremi, le diverse realtà regionali, con ad esempio i 327 del Lazio o i 287 della Calabria (dati aprile 2020).
A fronte a tanta offerta, però, la convenienza latita: delle 402 offerte a prezzo fisso monorarie solo 37 (pari al 9,2%) sono economicamente più vantaggiose rispetto alle tariffe del servizio di “maggior tutela”, spiegano da Ircaf, mentre tutte le altre sono più onerose. Molto contenuti pure i risparmi? Da 28 a 114 euro per il primo anno. Stesse cifre anche per il settore gas.
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Ma chi si aggiudica la fetta più grande delle forniture sul mercato libero? L’infografica sotto non lascia dubbi: l’Enel, l’ex monopolista, rifornisce il 50% degli italiani.
Sulla luce c’è più mobilità rispetto al gas
Se passiamo a considerare la mobilità, in base ai dati dell’Arera, troviamo che nel 2019 nelle forniture elettriche in dodici mesi ci sono stati il 14,4% di cambi di fornitore mentre meno “dinamico” il settore del gas dove nello stesso periodo il tasso di “infedeltà” è dell’8,6%.
Per quanto riguarda invece i ritardi nell’invio delle bollette non si registrano grosse criticità visto che la puntuliatà sfiora il 100% nel comparto elettrico (99,97% di 170 milioni di fatture) mentre per il gas la performance – sempre altissima – è lievemente più bassa (99,95%). Insomma i ritardi hanno riguardato tra lo 0,03 e lo 0,05% degli utenti Tuttavia se guardiamo i numeri assoluti tra i 75 e gli 80mila consumatori hanno subito ritardi nella consegna delle bollette tra i 10 e i 45 giorni e oltre.
Infine la morosità: nel comparto elettrico si sono registrate 54mila sospensioni del servizio a dicembre 2019 mentre in quello del gas i distacchi per inadempienza sono stati più contenuti, pari a 14.100.